La “penetrazione culturale” americana nel mondo è un dato di fatto fin dalla fine della seconda guerra mondiale.

La dichiarazione di indipendenza degli USA del 1776 riconosce il diritto alla ricerca della felicità, almeno per i bianchi, dato che, fino al 1865, nell’unione era legale la schiavitù per i neri (difficile immaginare schiavi felici).

La felicità citata sembra essere strettamente legata al denaro posseduto ed ai beni, da godere ed esibire, che con il denaro si acquistano. Quindi guadagno e prestigio sociale paiono essere gli unici scopi ed ideali della vita, valori assoluti che vengono prima dell’onestà, dei principi, del rispetto dei diritti altrui, di qualsiasi morale: la ricchezza materiale vista come fine e scopo dell’esistenza e non come semplice mezzo di sussistenza. Il pensiero made in USA è basato sulle apparenze, sulla finzione, esattamente come quasi tutto il loro cinema.

Il denaro come valore assoluto viene propagandato, in modo più o meno esplicito da film, libri, programmi tv. Un modo di pensare che ha finito con l’ipnotizzare anche i paesi dell’est, contribuendo alla fine del comunismo, e le nazioni del terzo mondo che imitano la ricerca del guadagno ad ogni costo.

La Cina ha fatto di più: il dragone di antica ed astuta saggezza orientale sposa l'avidità occidentale di mammona ed insieme generano mostri.

Si è prodotta così una umanità disposta a qualunque orrore ed ingiustizia, a qualunque strage e distruzione in nome del denaro. Orrori ed ingiustizie venivano perpetrati anche in nome di ideologie e religioni ma forse queste ultime erano meno durevoli e più semplici da arginare o superare.

I servi di Mammona, demone dell’usura, del profitto e della smodata avidità, paiono ora potentissimi, invincibili e capaci di tutto. E non si trovano solo negli USA.