Il Bernini
I monumenti pubblici più spettacolari del Bernini risalgono alla metà degli anni Quaranta del Settecento. La Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona (1648–51) a Roma sostiene un antico obelisco egizio su una roccia scavata, sormontata da quattro figure in marmo che simboleggiano i quattro principali fiumi del mondo. Questa fontana è una delle sue opere più spettacolari.
Il più grande esempio di arte matura del Bernini è la Cappella Cornaro a Santa Maria della Vittoria, a Roma, che completa l'evoluzione iniziata all'inizio della sua carriera. La cappella, voluta dal cardinale Federigo Cornaro, si trova in un transetto basso della piccola chiesa. Il suo punto focale è la sua scultura de L'Estasi di Santa Teresa (1645–52), una rappresentazione di un'esperienza mistica della grande riformatrice carmelitana spagnola Teresa d'Avila. Nel rappresentare la visione di Teresa, durante la quale un angelo le trafisse il cuore con una freccia ardente di amore divino, Bernini seguì la descrizione dell'evento da parte di Teresa. Il gruppo scultoreo, che mostra il santo trasportato svenire nel vuoto, coperto da drappeggi a cascata, si rivela in una luce celeste all'interno di una nicchia sopra l'altare, dove gli elementi architettonici e decorativi sono riccamente uniti e articolati. A sinistra e a destra, in spazi simili a palchi d'opera, numerosi membri della famiglia Cornaro si trovano in posizioni vivaci di conversazione, lettura o preghiera. La Cappella Cornaro porta all'apice l'ideale del Bernini di un quadro tridimensionale. Le figure di Santa Teresa e dell'angelo sono scolpite in marmo bianco, ma lo spettatore non può dire se sono a tutto tondo o semplicemente in altorilievo. La luce del giorno naturale che cade sulle figure da una fonte nascosta sopra e dietro di loro fa parte del gruppo, così come i raggi dorati dietro di loro. L'Estasi di Santa Teresa non è una scultura in senso convenzionale. Invece, è una scena pittorica incorniciata composta da scultura, pittura e luce che include anche il fedele in un dramma religioso.
Negli ultimi anni, il crescente desiderio di controllare gli ambienti delle sue statue portò Bernini a concentrarsi sempre di più sull'architettura. Delle chiese che progettò dopo aver completato la Cappella Cornaro, la più impressionante è quella di Sant'Andrea al Quirinale (1658–70) a Roma, con il suo drammatico altare maggiore, la cupola svettante e la pianta ovale in posizione non convenzionale. Ma la più grande conquista architettonica del Bernini è il colonnato che racchiude la piazza davanti alla Basilica di San Pietro. La funzione principale del grande spazio era quella di trattenere la folla che si riuniva per la benedizione papale a Pasqua e in altre occasioni speciali. Bernini progettò un enorme ovale attaccato alla chiesa da un piazzale trapezoidale, forme che paragonò ai bracci avvolgenti della chiesa madre. I colonnati indipendenti erano una nuova soluzione alla necessità di un recinto penetrabile. La piazza guida il visitatore verso la chiesa e fa da contraltare alla facciata troppo ampia di San Pietro. L'ovale del Bernini racchiude uno spazio centrato sull'obelisco vaticano, che era stato spostato prima della chiesa da Sisto V nel 1586. Il Bernini spostò una fontana più antica del Maderno nell'asse lungo della piazza e costruì una gemella sull'altro lato per creare una scenografia totale. Le analogie con la pianta ovale del Bernini di Sant'Andrea al Quirinale sono affascinanti, così come le differenze di significato e funzione.
La decorazione religiosa più spettacolare del Bernini è il Trono di San Pietro, o la Cathedra Petri (1657–66), una copertura in bronzo dorato per il trono medievale in legno (cattedra) del papa. Il compito di Bernini non era solo quello di realizzare un rivestimento decorativo per la sedia, ma anche di creare un obiettivo significativo nell'abside di San Pietro per il viaggio del pellegrino attraverso la grande chiesa. Il sedile è apparentemente supportato da quattro imponenti figure in bronzo che rappresentano i dottori teologici della chiesa primitiva: i santi Ambrogio, Atanasio, Giovanni Crisostomo e Agostino. In alto, una gloria dorata di angeli su nuvole e raggi di luce emana dalla Colomba dello Spirito Santo, che è dipinta su una finestra ovale. La cattedra fu prodotta più o meno nello stesso periodo della piazza e il contrasto tra queste due opere mostra la versatilità del Bernini. Entrambi i lavori furono eseguiti per il papa Chigi, Alessandro VII, che fu uno dei più grandi mecenati del Bernini. La tomba (1671–78) progettata da Bernini per Alessandro VII fu in gran parte eseguita dai suoi allievi.
Oltre alle sue grandi opere, Bernini ha continuato a produrre alcuni busti di ritratto. Il primo di questi, di Francesco I d’Este, duca di Modena (1650–51), culmina la sua rivoluzione nella ritrattistica. Gran parte della libertà e della spontaneità del busto del cardinale Borghese è conservata, ma è unita a un fasto eroico e un movimento grandioso che ritraggono gli ideali dell'età barocca tanto quanto l'uomo.
Viaggio a Parigi
Bernini si recò a Parigi nel 1665, in quella che fu la sua unica prolungata assenza da Roma. Il viaggio fu realizzato in risposta agli inviti che per molti anni gli erano stati rivolti dal re Luigi XIV, e lo scopo era il progetto di una nuova residenza reale francese. A questo punto, Bernini era così famoso che le folle fiancheggiavano le strade di ogni città lungo il percorso per guardarlo passare. La sua prima accoglienza a Parigi fu altrettanto trionfante, ma presto offese i suoi sensibili ospiti lodando imperiosamente l'arte e l'architettura d'Italia a scapito di quella francese. Le sue dichiarazioni lo resero impopolare alla corte francese e furono in una certa misura responsabili del rifiuto dei suoi progetti per il Louvre. L'unica reliquia della visita di Bernini in Francia è il suo grande busto di Luigi XIV, un ritratto lineare, verticale e stabile, in cui il Re Sole guarda con autorità divina. L'immagine ha stabilito uno standard per i ritratti reali che sono durati 100 anni.
Con il contributo di Le Pietre Srl