Ma di cosa ci lamentiamo?
Ischia, morte e distruzione e, a seguire l'immancabile, solito, ipocrita ritornello del "disastro annunciato che si poteva evitare!"
Ma piantiamola di prenderci in giro. Cosa si poteva evitare su un territorio tutto sommato limitato ma che vanta (si fa per dire) 28.000 richieste pendenti di sanatoria edilizia?
E 28.000 sono le richieste "pendenti", quante sono invece quelle accolte negli anni ? Che percentuale abbiamo di costruzioni regolari sul totale, sia ad Ischia che nel resto del paese?
L'abusivismo è una piaga che riguarda l'intero territorio nazionale, ove più e ove meno, e alla quale, è inutile illuderci, non c' è alcuna seria possibilità di porre concreto rimedio.
Per un motivo molto semplice, la forza politica che promettesse rigore nel campo dell' edilizia (che significherebbe impedire l' abusivismo e demolire invece che condonare) non avrebbe alcuna possibilità di ricevere i voti necessari per arrivare ad essere in grado di realizzare il programma.
E' la democrazia bellezza, cioè il "potere" inevitabilmente fondato sul "consenso" solo che invece che essere consenso fondato sulla ricerca del bene comune è un consenso fondato solo sulla ricerca dell'interesse individuale.
Qualcuno per esempio, potrebbe scommettere che il Vesuvio, prima o poi non si risveglierà? E in tal caso l' immensa e incosciente edilizia, ovviamente abusiva, sorta alle pendici del vulcano, che la ricerca del consenso elettorale ha impedito di contrastare, che fine farà ? La tragedia in questo caso è già annunciata, ma che si è fatto e si fa per evitarla?
Quindi, in attesa del prossimo disastro, rassegniamoci e soprattutto piantiamola con le lacrime del famoso coccodrillo.