Il “lavoro agile”, noto anche come smart working, è stato lo strumento messo in campo anche dalle amministrazioni pubbliche per garantire i servizi nell’emergenza della situazione pandemica. La cessazione dello stato di emergenza e il graduale allentamento delle misure restrittive stanno disegnando un nuovo assetto lavorativo con l’utilizzo dello smart working come strumento complementare e non più emergenziale.

Se ne è discusso a Palazzo dei Leoni, mercoledì 4 maggio 2022, durante la video conferenza sul tema: “Lavoro agile: luci ed ombre di un nuovo modello organizzativo”, organizzata dalla Città Metropolitana con il Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali (BIOMORF) dell’Università degli studi di Messina.

Durante il periodo di lockdown, con l’utilizzo del lavoro agile, “abbiamo dato una svolta al nostro modo di lavorare” – ha affermato la Segretaria Generale avv. Maria Angela Caponetti, introducendo l’incontro. È importante adesso affrontare anche il tema “luci ed ombre” per riflettere sui risvolti di natura organizzativa, ma anche per valutare le criticità che la situazione ha fatto emergere. L’esperienza del lavoro agile, quando era coinvolta tutta l’Amministrazione – ha ricordato l’avv. Caponetti – ci ha fatto valutare positivamente questa modalità che, tra l’altro, ha portato alla creazione di vere e proprie postazioni digitali per ogni Direzione, che hanno permesso di proseguire il lavoro amministrativo durante la fase più critica della pandemia”.

Oggi, anche alla luce delle disposizioni normative, l’indirizzo precipuo è quello del rientro del lavoratore in presenza, fermo restando la tutela delle situazioni di fragilità. Le riflessioni della Segretaria Generale hanno messo in evidenza l’importanza, nella riorganizzazione lavoro nel suo complesso, dello smart working per agevolare la prestazione di lavoro ed in funzione degli obiettivi di produttività da raggiungere. Mettendo però sempre al primo posto “lo spirito di dedizione che deve contraddistinguere il lavoro pubblico, solo in questo modo – ha concluso l’avv. Caponetti – noi riusciremo a dare a questo istituto un’efficacia concreta, evitando le insidie che possono sviare questa modalità lavorativa, facendole perdere le potenzialità e non rendendo il dovuto servizio alla collettività”. Di seguito l’intervento della prof.ssa Concettina Fenga, Direttrice del Dipartimento BIOMORF e coordinatrice dei lavori, che ha subito precisato la natura l’incontro, strutturato secondo un approccio specificamente medico, mirato ad utilizzare le esperienze acquisite per valutare le ricadute sulla salute dei lavoratori.

I lavori sono proseguiti con l’intervento della prof.ssa Chiara Costa, docente di Medicina del Lavoro dell'Università degli Studi di Messina, che ha analizzato gli aspetti generali e statistici dell’utilizzo del “lavoro agile”. Partendo dai dati del 2015, che registravano un 15% di “mobile workers” per arrivare alla percentuale del 97% nelle grandi imprese e dell’87% di lavoratori in smart working durante il periodo di “chiusura” nel 2020.

A fronte di una serie di vantaggi: la possibilità di conciliare meglio l’attività lavorativa con le esigenze familiari, la riduzione dei costi aziendali, l’impatto ambientale, la prof.ssa Costa ha rilevato anche alcuni punti critici, in modo particolare, la tendenza del lavoratore alla “iperconnessione” e lo sviluppo di diversi stati di stress. L’intervento del dott. Michele Teodoro, Ricercatore di Medicina del Lavoro, ha ulteriormente approfondito questi aspetti illustrando uno studio effettuato su un campione di impiegati amministrativi messinesi ai quali è stato somministrato un dettagliato questionario per valutarne la performance lavorativa.

I dati hanno evidenziato un’alta percentuale di soddisfazione per l’attività lavorativa svolta in modalità agile, ma l’altra parte della medaglia ha evidenziato una crescente “irritabilità” collegata alla dipendenza totale dal mezzo informatico e una sensazione di “solitudine” derivante dal lavoro da remoto, contrastabile – come ha suggerito la prof.ssa Fenga con azioni preventive quali la creazione delle reti di comunicazione.

Ha completato i lavori il Medico Competente della Città Metropolitana di Messina dott. Concetto Giorgianni, che ha posto l’accento sulla “schizofrenia” legislativa che ha contraddistinto la gestione della situazione emergenziale: 89 decreti, più di 40 circolari e per fine mese è atteso un ulteriore provvedimento che si auspica quanto più esaustivo possibile.

La nota positiva – indicata dal dott. Giorgianni – è riferita al clima di concreta collaborazione che ha guidato e tuttora guida il suo rapporto, come Medico Competente, con i lavoratori e il Datore di lavoro, la Città Metropolitana di Messina. L’incontro è stato organizzato dal Servizio Prevenzione e Coordinamento attività Datore di Lavoro, responsabile dott. Sandro Mangiapane, in collaborazione con l’Ufficio Unico per la Formazione, responsabile dott.ssa Maria Luisa Sodo Grasso.