Cronaca

Nuovamente indagato Mimmo Lucano per il reato di accoglienza

Giovedì scorso, il Gup di Locri Amelia Monteleone aveva rinviato a giudizio Mimmo Lucano nell'ambito dell'operazione “Xenia”. Questo venerdì, la Procura di Locri, tramite il PM Ezio Arcadi, ha indagato nuovamente insieme ad altre 9 persone il sindaco di Riace, contestandogli i reati di truffa e falso ideologico.

Che cosa avrebbe commesso stavolta di tanto grave Mimmo Lucano? Avrebbe "indotto in errore il ministero dell'Interno e la Prefettura di Reggio Calabria ricorrendo all'artificio di predisporre una falsa attestazione", da lui stesso firmata, "in cui veniva dichiarato che le strutture di accoglienza per ospitare i migranti presenti nel territorio del comune di Riace erano rispondenti e conformi alle normative vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico-sanitarie, laddove così in effetti non era".

Per il PM, invece, i locali delle strutture di accoglienza erano "privi di collaudo statico e certificato di abitabilità, documenti indispensabili per l'utilizzo sopra specificato e per come richiesto dal manuale operativo Sprar e dalle convenzioni stipulate tra il Comune di Riace e la Prefettura di Reggio Calabria".

Dovendosi rilevare, altresì – aggiunge la Procura – la mancanza in capo a Lucano di qualunque competenza riconosciuta dall'Ordinamento circa il giudizio relativo ai requisiti tecnici che dovevano possedere gli immobili".

Oltre a Lucano, sono stati indagati l'amministratore della cooperativa "Girasole", Maria Taverniti, e i privati proprietari degli appartamenti utilizzati per l'accoglienza: Giuseppe Tavernese, Debora Porcu, Giovanni Sabatino, Cosimo Damiano Pazzano, Raffaele Belfiore, Rinaldo Deluca, Luana Tosarello, Marco Iacopetta.

La Calabria in generale e la Locride in particolare hanno il triste primato di essere ricordate anche come luoghi di origine della 'ndrangheta, che dai rapimenti degli anni '70 è passata a fare i soldi veri con il traffico di droga, espandendosi in tutta Europa.

Ma negli ultimi due giorni abbiamo appreso che l'unico vero delinquente esistente in Calabria è il sindaco di Riace Mimmo Lucano, colpevole del reato di "accoglienza". Un delinquente sui generis, in verità... praticamente un coglione, dato che è l'unico delinquente che commette reati senza neppure avere un ritorno economico da ciò che fa.

Ma a dirla tutta, il ritorno economico lo ha, eccome... quello di tentare di fare del bene agli altri, specialmente a coloro che sono in difficoltà. Quelli che il Papa chiama gli ultimi, gli scartati.

In Italia, specialmente ai tempi del sovranismo, tentare di fare del bene è diventato un reato... gravissimo. Soprattutto tentare di fare del bene agli stranieri,  lottando contro tutto e contro tutti coloro che fanno di tutto e di più per impedirlo.

Invece, chi promuove circolari, direttive, decreti e leggi che impediscano di aiutare chi più di altri è in difficoltà - persino causandone la morte in mare - è un eroe nazionale, simbolo del cambiamento in quanto di peggio ci sia in Italia. E se l'eroe nazionale, nella foga di mettere in pratica i suoi disvalori, finisce per commettere reati su cui non tutti sono disposti a far finta di niente, allora intervengono i salva casta a 5 Stelle, affinché possa continuare, impunito e impunibile, a promuovere odio e razzismo.

Viva l'Italia del cambiamento.

Autore Vittorio Barnetti
Categoria Cronaca
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