Da tre settimane la vediamo fra i nuovi coach della trasmissione di Rai1  "Ora o mai più" condotta da Amadeus. Sto parlando di Donatella Rettore, classe 1955. Ama definirsi cantautrice, sebbene dei suoi pezzi ne firmi solo i testi (le musiche sono del marito Claudio Rego). Che Rettore sia stata un'apprezzabile innovatrice da un punto di vista della grammatica musicale è senza dubbio, ma quattro successi in fila nei lontani anni '80 ( e poi il vuoto assoluto a parte un discreto successo nel Sanremo 1994) non ne fanno una delle regine della musica italiana. Ci vuole di piu', molto di piu'.  Evito di fare confronti con alcuni esempi di grandi signore della discografia nostrana per non cadere in quella trappolina in cui la stessa Donatella troppo spesso rimane imbrigliata, ossia la mancanza di eleganza.

L'hanno descritta come un personaggio irriverente, audace, effervescente. E lei di questo ne fa un vanto, un marchio di fabbrica. Nulla di male se non fosse che troppo spesso la lettura che il mondo dà a certi atteggiamenti sia alterata , distorta. Ne cambia la forma, anzi la stravolge.  Mi spiego meglio: quante volte nella vita quotidiana sentiamo parlare di "forte personalità" riferito a soggetti che di forte avevano solo il tono della voce ? Che si imponevano con superbia sugli altri?  Anche il mondo della comunicazione (la tv, la stampa...)  spesso cade in questo errore. Alterare l'essenza di un messaggio, attribuirne un'altra forma, per l'appunto.

Donatella Rettore, diciamolo senza peli sulla lingua (alla sua maniera insomma) adotta la maleducazione e l'arroganza nel tentativo disperato di essere letta come una figura alternativa, di rottura. Su qualcuno il giochino riesce, ma è pur sempre e solo un mix (lo ripeto  volentieri) fra arroganza e maleducazione.  Presunzione e scortesia. L'effervescenza, l'irriverenza, l'audacia sono ben altra cosa : all'interno di esse l'offesa non è mai contemplata. 

Rettore nutre l'illusione che cosi' facendo si fa paladina della schiettezza, dell'autenticita'. Si crea l'illusione di essere a suo modo una vincente. Se l'obiettivo sono servizi e copertine, ci sta riuscendo, ma a quale prezzo? E sulla base di cosa? Bene o male , basta che se ne parli? Non credo. Davvero l'alter ego di Donatella si accontenta di queste bricioline? 

E poi, a proposito del suo essere "vera e diretta", vi sembra genuinamente obiettiva nei suoi giudizi dati a Barbara Cola, per la quale nutrendo una forte antipatia, la attacca, la sminuisce, la svilisce?  E' vera la sua antipatia ma non tutto il resto, che rimane falsato.

Miss Rettore... qui di splendido splendente ci è rimasto ben poco!