Già «l’antica tradizione biblica ha descritto con varie metafore il mistero di Dio tremendo e fascinoso. Questo fascino è collegato alla dinamica interiore del desiderio umano»[1]. Il desiderio di Dio, infatti, «è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio» (CCC 27). Il “desiderio e l’attrazione del suo fascino” si traducono in ricerca e in attesa di un “incontro”, che esige intimità e stabilità. Si tratta proprio del percorso proposto da Sopoćko. Ogni uomo, che risponde all’appello fondamentale che Dio pone nel suo cuore, consegue la serenità interiore (conservando la stima di se stesso), la pace dell’anima (mantenendo la fiducia in Dio misericordioso), la semplicità del cuore rappresentata dall’immagine del bambino (rimanere semplice come un bambino, ma non infantile). La serenità, la pace e la semplicità, considerati nel loro senso più profondo, caratterizzano l’itinerario interiore di ogni persona, che risponde pienamente al Dio misericordioso. In una delle meditazioni sull’amore del prossimo, il Nostro si domanda e poi chiarisce come bisogna rispondere all’appello di Dio, inserito nei cuori degli uomini: 

 «Che cosa ha causato la divisione tra gli uomini? Soprattutto il rapporto deviato dell’uomo con Dio. Chi non sa oppure si dimentica che Dio è il Padre di tutti gli uomini, non riconosce la fraternità esistente tra i popoli delle diverse nazioni. Un ruolo non secondario va riconnesso anche alla questione sociale. Questa si chiede se prevalga lo spirito di egoismo oppure di sacrificio, se la base della società sia lo sfruttamento dei deboli a vantaggio dei potenti oppure se l’organizzazione stessa imponga sacrifici a tutti, nell’interesse del bene comune, innanzitutto, però, prendendosi cura dei più deboli. Ci sono tanti uomini che hanno troppo e pretendono ancora di più, non di meno ci sono coloro che hanno molto poco, anzi, che non hanno quasi niente e che vorrebbero ricevere il minimo che viene loro rifiutato. Tra i due estremi contrapposti potrebbe scoppiare una lotta - una lotta tanto più terribile in quanto, da una parte prevale la potenza dell’oro e dall’altra la potenza del desiderio di possederlo, che rasenta la disperazione. Guardando quello che accade, si può profetizzare che tale lotta non cesserà fin quando gli uomini non si rivolgeranno alla misericordia di Dio e non incominceranno ad imitare Dio in quell’attributo, con atti di misericordia verso il prossimo»[2].

 Dal testo appena citato si comprende che Sopoćko, parlando di Dio, pone un forte accento sulla paternità e la sua proprietà più grande che è la misericordia. La causa principale delle discordie tra gli uomini è il rapporto “deviato” tra Dio e le sue creature, che si può recuperare rivolgendosi alla misericordia. Essa, però, richiede non solo che la misericordia si trasformi in opere nei confronti del prossimo, ma che sia anche applicata alle questioni sociali, come per esempio alla disuguaglianza, alle lotte continue, allo sfruttamento dei più deboli, ai privilegi e ad altro. Secondo il pensiero spirituale del Nostro, Dio è Padre misericordioso di tutti. Egli desidera l’unione e la comunione pacifica tra i suoi figli addottivi, consegnando loro l’eredità del Regno dei cieli[3]. In quest’amore paterno osserviamo un altro movimento opposto a quello appena accennato “dal basso verso l’alto”. Esso prevede per l’uomo il dono gratuito di condivisione della felicità con Dio e l’invito dell’uomo alla vita Trinitaria (l’uomo chiamato da Dio dalla condizione della miseria umana alla pienezza della vita eterna)[4]. È vero che l’uomo ha perso tutto nel commettere il peccato originale, ma Dio, come vero Padre misericordioso e paziente, non si è imposto limiti nell’offrire il suo unigenito Figlio come sacrificio perenne gradito, il quale ha presentato la bellezza e la saggezza della misericordia, riscattando così tutta l’umanità dalla morte e dandole di nuovo la dignità perduta. In questo particolare scambio, in Gesù che assume i castighi meritati dagli uomini, Dio risparmia l’uomo senza risparmiare il Figlio. In Gesù Cristo, molte volte chiamato dal Sopoćko «il nostro Fratello»[5], l’amore di Dio per l’uomo si trasforma nel segno visibile dell’azione salvifica di Padre Celeste, nella “veste particolare della misericordia” verso i figli[6]. 

Effettivamente, nel Nuovo Testamento troviamo il tema del Padre misericordioso che diventa centrale quando si parla di Dio, il vero motivo è questo: Gesù di Nazaret, Figlio di Dio ha parlato molte volte di un “Padre” e ha rivelato “il suo volto misericordioso”. Tanto è vero che perfino i profeti dell’Antico Testamento hanno parlato già “sull’amore paterno” di Dio, anticipando il grande tema centrale della categoria “Padre misericordioso” nel Nuovo Testamento. Infatti, in Osea leggiamo: 

 «Quando Israele era giovinetto io l’ho amato (...). A Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare» (Os 11, 1-3-4)

 A questo punto possiamo dire che proprio le immagini familiari riescono a suscitare nell’intimità del cuore umano il sentimento vivo dell’amore paterno di Dio. Secondo il pensiero spirituale del Nostro, il Padre misericordioso è colui che sa proteggere i suoi figli nel donare loro la sicurezza stabile. Per questo, infatti, tutto il racconto della Sacra Scrittura presenta Dio Padre come la roccia, il baluardo e la potente salvezza per gli uomini (cf. Sal 18, 2-3)[7]. 

Un altro pensiero di Sopoćko è che in Dio possiamo trovare “l’amore materno”, fatto di tenerezza e di accoglienza. Questo tipo d’amore viene chiamato “viscerale” (ebr. Rehem - grembo materno, utero), che sta per indicare il posto dove si forma il bambino, e cioè la parte delle più profonde fibre dell’essere di una madre, là dove si afferra tutta la persona umana, facendola ardere di compassione e misericordia[8]. Esattamente in Isaia troviamo la conferma di questo tipo d’amore divino: «si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il frutto delle sue viscere?» (Is 49,15). «Come una madre consola il figlio, così io vi consolerò» (Is 66,13)[9]. In questo modo, nella spiritualità della misericordia abbiamo i due tipi di amore: paterno e materno che sono sempre intimamente uniti in Dio Trinità. 

don Gregorio Lydek - ks. prof. Grzegorz Lydek

  
[1] G. De Virgilio, Il fascino dell’Assoluto di Dio, in “Vocazioni” 6(2013), p. 6.
[2] M. Sopoćko, Misericordia Dei confidentibus in Eum, AZSJM, Myślibórz,1942, p. 10.
[3] Cf. M. Sopoćko, Serce Jezusa a Miłosierdzie Boże [Il cuore di Gesù e misericordia di Dio], in “Wiadomości Duszpasterskie” 4(1948), p. 488.
[4] Cf. M. Sopoćko, Rozważania o Bożym Miłosierdziu, p. 320.
[5] M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 18.
[6] Cf. M. Sopoćko, Serce Jezusa wzorem roztropności i prostoty, p. 487.
[7] Cf. M. Sopoćko, Rekolekcje o Bożym Miłosierdziu z zapisków ks. Michała Sopoćki, p. 28.
[8] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia. Listy z Czarnego Boru, pp. 73-100.
[9] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. IV, p. 181.