Clima: da una parte il Papa, dall'altra Bolsonaro!
In occasione dell'Assemblea generale dell'Onu che ha per tema principale il problema del cambiamento climatico, uno dei fenomeni più gravi e preoccupanti che in questo periodo interessa l'umanità, il Papa ha inviato un messaggio di ringraziamento al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, per aver posto l'accento sul problema, una delle principali sfide che siamo chiamati ad affrontare con onestà, responsabilità e coraggio.
Francesco, pur registrando le tante iniziative sul tema clima, "non solo da parte dei governi ma dell’intera società civile", si è chiesto però "se vi sia una reale volontà politica di destinare maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente".
Infatti, il pontefice ha ricordato che "il problema del cambiamento climatico è legato a questioni di etica, equità e giustizia sociale. L'attuale situazione di degrado ambientale è legata al degrado umano, etico e sociale, come sperimentiamo ogni giorno".
Di conseguenza, "questo ci obbliga a riflettere sul senso dei nostri modelli di consumo e di produzione e ai processi di educazione e di sensibilizzazione, per renderli coerenti con la dignità umana. Siamo di fronte a una sfida di civiltà in favore del bene comune. E questo è chiaro, com'è anche chiaro che ci sono una molteplicità di soluzioni che sono alla portata di tutti, se adottiamo, a livello personale e sociale, uno stile di vita che incarni l’onestà, il coraggio e la responsabilità".
Parole, quelle sopra riportate, impossibili da non condividere...
Adesso, dopo le parole di una persona normale, ecco le parole pronunciate quest'oggi all'Onu da una persona che normale non deve esserlo o che fa di tutto per non sembrarlo... l'ennesimo sovranista che tanto va di moda di questi tempi, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro
"È un errore affermare che l'Amazzonia faccia parte del patrimonio dell'umanità ed è un malinteso confermato dagli scienziati affermare che la nostra foresta amazzonica sia il polmone del mondo".
Questo è quanto ha detto Bolsonaro, accusando alcuni Paesi - senza specificarli - di ricorrere ed usare tali "errori" per porsi nei confronti del Brasile in modo irrispettoso con spirito "colonialista".
"La regione amazzonica - ha proseguito Bolsonaro - rimane virtualmente intatta, ed è la prova del fatto che siamo uno dei paesi che più protegge l'ambiente.
Durante questa stagione la siccità ha favorito incendi spontanei. Sappiamo che tutti i paesi hanno problemi, ma gli attacchi sensazionalistici che abbiamo sofferto da gran parte dei media internazionali sugli incendi ha risvegliato il nostro sentimento patriottico", mettendo in discussione ciò che riteniamo "un valore molto sacro, la nostra sovranità".
Inoltre, ha difeso il trattamento degli indigeni da parte del governo, dichiarando pure che molti di loro hanno appoggiato le sue politiche, mentre "alcune persone, sia dentro che fuori dal Brasile, supportate dalle Ong, hanno insistito nel trattare e mantenere i nostri indiani come se fossero ancora uomini delle caverne".
Parole che sono un insulto alla realtà e alla logica... in perfetto stile "sovranista".
Infatti, gli oltre 80mila incendi scoppiati nella foresta amazzonica quest'anno (almeno finora) sono stati causati ad opera di agricoltori e taglialegna con l'intento di aumentare la superficie di terreno da dedicare a coltivazione e pascolo.
Gli ambientalisti affermano che sono proprio le politiche di Bolsonaro ad aver portato ad un aumento degli incendi, incoraggiando gli allevatori di bestiame a disboscare vaste aree della foresta pluviale per acquisire i loro voti nelle ultime elezioni presidenziali.