Il ragno è un predatore che tesse le sue tele non per disgustare gli esseri umani ma per cacciare gli sventurati insetti che finiscono intrappolati tra quei fili viscosi.

Non è raro, però, osservare come anche gli umani a volte si comportino proprio come ragni predatori tessendo le loro ragnatele che, ovviamente, sono fatte non da fili viscosi ma da inviti a cena, da adulazioni, da lusinghe, ed a volte, perché no, perfino da minacce e ricatti.

Ad esempio, la trovata di invitare a cena il 16 settembre alcuni personaggi, scelti non a caso, con la scusa di assistere in TV all’incontro di calcio Cagliari-Milan, mi era apparsa subito una insidiosa ragnatela tessuta dal ragno predatore di Arcore per intrappolare Matteo Salvini.

Era un semplice sospetto che necessitava però di prove, e le prime prove incominciano a concretarsi proprio in questi giorni.

Il tutto nasce da un antefatto: dai primi giorni di agosto Salvini era in fibrillazione perché il candidato alla presidenza RAI, da lui voluto con ostinatezza, era stato bocciato dalla commissione di Vigilanza per l’astensione oltre che di PD e LeU anche di FI.

Il comportamento dei forzisti era parso sibillino soprattutto perché il candidato salviniano, Marcello Foa, era un ex giornalista de Il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi.

Evidentemente gatta ci covava !

Infatti ad Arcore si stava tessendo la ragnatela per intrappolare Salvini.

È logico supporre che nel corso della cena, ancor prima di degustare il dessert, la sottile ragnatela abbia prodotti i suoi frutti.

E come in un carosello degli anni ’70 “se tu dai una cosa a me io poi do una cosa a te” !

Così, in cambio del sostegno alla candidatura di Marcello Foa (NdR: avvenuto di fatto nei giorni scorsi con il voto amico di FI in Vigilanza) Salvini avrebbe sottoscritte alcune cambiali “morali” a favore di Berlusconi.

I primi due pagherò sono già andati in scadenza.

Berlusconi voleva, infatti, che alla vice presidenza del CSM fosse eletto un candidato non ostile e, voilà, su quella poltrona ci è andato il renzianissino David Ermini che di certo si uniformerà al feeling del tutto particolare che lega Renzi a Berlusconi.

Così come ad Arcore sarebbe stato gradito che per la ricostruzione del viadotto Morandi fosse nominato un commissario vicino a Forza Italia e, voilà, su proposta di Salvini il governo ha indicato Andrea Gemme che, nel 2017, era il candidato di FI a sindaco di Genova.

Per Salvini, però, onorare le prossime cambiali in scadenza non sarà altrettanto facile.

Infatti, dovrebbe mettersi di traverso per impedire che il M5S realizzi alcuni suoi obiettivi programmatici in tema di telecomunicazioni e giustizia.

Dovrebbe impedire, ad esempio, che venga attuata l’asta per la assegnazione dello spettro di banda in mano alle aziende telefoniche, o che si proceda alla ridistribuzione degli investimenti pubblicitari tra tv e carta stampata con “tetti” correlati alla effettiva diffusione di ogni media, entrambi i progetti sgraditi a Mediaset.

Ma dovrebbe anche contrastare la riforma delle prescrizioni e quella sulle intercettazioni e la loro diffusione.

Cioè, per onorare gli impegni presi ad Arcore, Salvini sarebbe costretto a contrastare i progetti dei ministri pentastellati avvalorando così l’ambiguità del governo gialloverde che ha come partner un convitato di pietra che da Arcore fa pesare i suoi diktat.

Mi domando: fino a quando Di Maio farà finta di non rendersene conto?