Secondo Sopoćko, la preghiera liturgica consiste nel pregare Dio, in unione con Cristo, per mezzo dell’azione dello Spirito Santo, che rende presente la pienezza del mistero pasquale[1]. Pregare durante la liturgia è come “sollevarsi all’altezza” di Dio misericordioso, attraverso una “progressiva metamorfosi dell’essere umano”. La preghiera liturgica nel pensiero del Nostro è l’azione durante la quale l’uomo crede e confida che Dio Trinità entri nella sua realtà, si lascia “incontrare”, “riconoscere”, “toccare” e “amare”.  

La preghiera liturgica è l’azione nella quale ogni uomo può facilmente entrare nel reale e vivo contatto con la Trinità. Dio che è amore trinitario viene all’uomo per mezzo “del canale della misericordia” (per esempio l’Eucaristia ecc.) e l’uomo viene accolto, benedetto e illuminato dalla grazia divina[2]. 

Osserviamo che Gesù stesso ha saputo introdurre i suoi discepoli nel mistero trinitario, insegnando a loro come bisognava pregare, infatti, disse: «Voi dunque pregate così: Padre nostro» (Mt 6,9; Lc 11,2). Egli afferma esplicitamente che tutte le preghiere mediante lo Spirito Santo vengono esaudite: «chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto» (Mt 7,7). Lo ribadisce con insistenza: «chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto» (Mt 7,7-8). Sicuramente può colpire il fatto che nessuna eccezione viene indicata. Non troviamo infatti distinzione tra le preghiere esaudite e quelle non esaudite. Il motivo è sempre la misericordia del Padre che dà solo cose buone[3]. Per questa ragione leggiamo in Matteo: 

«Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!» (Mt 7,7-8). 

 L’idea di Sopoćko è che, nella preghiera liturgica, l’uomo sperimenta un altro mistero fondamentale per ogni cristiano - “la figliolanza additiva di Dio”. Tanto è vero che ogni cristiano, vivendo intensamente questo mistero durante la preghiera, non sta dinanzi a un Dio distante, sconosciuto o a un estraneo, ma dimora in Dio Trinità. In altre parole, l’uomo “da figlio adottivo di Dio”, dimora nello Spirito Santo, per il mezzo del Figlio Gesù, nel mistero del Padre. Per questo: «Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio suo, che grida: Abba - Padre!» (Gal 4,6; Rm 8,15)[4].

La liturgia della Chiesa è come una “terra benedetta” dall’arrivo costante della Trinità. Dio, attraverso “il canale della misericordia”, entra nella storia di tutta l’umanità, istituendo il “luogo privilegiato” dell’incontro tra la storia eterna della Trinità e la storia umana. Infatti, essa viene accolta nelle “viscere” della Trinità e il Dio Trinità viene a vivere nei “cuori di carne” degli uomini[5]. Quest’abitare di Dio nei cuori degli uomini rivela agli uomini il grande dono della misericordia, espresso in tre cantici dei primi due capitoli del Vangelo di san Luca. Perciò, la Chiesa lo proclama incessantemente cantando nella Liturgia delle ore: Lodi del mattino, Vespri e Compieta[6]. 

La preghiera liturgica diventa così “il canto della nostalgia di Dio”, il quale è presente nella storia e nel “cuore di carne” dell’uomo. La preghiera liturgica è come “una terra benedetta d’attesa al “dono gratuito della misericordia”, oppure come “un insieme del movimento verticale ed orizzontale” che abbraccia tutti e riporta tutto a Dio Trinità. 

Notiamo che in questa dinamicità della preghiera s’inserisce la vita morale di ogni cristiano, e cioè l’impegno radicale di fede, di speranza e di carità, di misericordia, di giustizia e della pace. Il cristiano, pregando nella liturgia, si lascia educare alla buona vita del Vangelo e a farsi “voce dei senza voce”. La preghiera liturgica educa a vedere tutte le cose con “gli occhi misericordiosi di Dio” e a proclamare il lieto annuncio ai poveri in attesa del Regno di Dio che verrà. 

Don Gregorio Lydek - ks. prof. Grzegorz Lydek



[1] Cf. Dz., q. III, p. 187.
[2] Cf. M. Sopoćko, Rekolekcje o Bożym Miłosierdziu z zapisków ks. Michała Sopoćki, p. 32: 
[3] Cf. J. Galot, Credo nel Padre, PM, Lanciano 1999, pp. 13-14. 
[4] Cf. M. Sopoćko, De misericordia Dei, pp. 29-30.
[5] Cf. ibidem, p. 36.
[6] Cf. M. Sopoćko, Koferencja o modliwie brewiarzowej [Conferenza sulla liturgia delle ore], in “Współczesna Ambona” 5(1950), p. 123: Rozważania o Bożym Miłosierdziu i konferencje. Miłosierna Opatrzność Boża, Officium [Le meditazioni e le conferenze sulla misericordia. La Provvidenza di Dio], in “Wiadomości Duszpasterskie” 7(1950), pp. 134-138.