Misoginia, misandria e  omofobia sono tre termini che derivano dal greco antico e stanno ad indicare un pregiudizio basato sulla identità sessuale.

Il termine misoginia è oggi usato per indicare l'avversione o la repulsione nei confronti delle femmine o, comunque, una visione degradante.

Il termine misandria si riferisce all'avversione o alla repulsione nei confronti dei maschi o, comunque, una visione degradante. Il termine ha un uso abbastanza diffuso nei paesi di lingua spagnola, ma non nella lingua italiana.

Il termine omofobia sta ad indicare l'avversione o la repulsione nei confronti degli omosessuali o, comunque, una visione degradante.

La misoginia è biasimata ma non è stigmatizzata né condannata, a discapito di tante donne.

La misandria è ignorata quando non viene addirittura elogiata, a discapito di tanti uomini.

L'omofobia è condannata, attenzionata, biasimata, stigmatizzata,  deplorata.

Lo stesso medesimo sentimento / atteggiamento di avversione (se non dispregio) verso un altro sesso, ma le nostre norme reagiscono con morali, pesi e misure diversi/e.

Perché?

Il perché questo termine sia poco diffuso e conosciuto in Italia ce lo racconta l'Accademia della Crusca citando Tullio De Mauro, linguista ed ex ministro dell'istruzione, che spiega:

"È evidente che non c'è stato interesse a qualificare un sentimento di odio delle donne nei confronti degli uomini: delle donne, interessavano solo i sentimenti positivi nei confronti di padri, figli, mariti, amanti, fratelli". (link)