In un promo diffuso da Google, a Bard (il chatbot GPT dell'azienda di Mountain View) viene chiesto quali siano le nuove scoperte fatte dal telescopio James Webb (JWST). Bard le elenca, includendone però una che indica che sarebbe stato il JWST a scattare le primissime foto di un pianeta al di fuori del sistema solare. In realtà, le prime immagini di un esopianeta sono state scattate dal Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio europeo australe (situato sul Cerro Paranal, una montagna nel deserto di Atacama, nel nord del Cile) nel 2004, come confermato anche dalla NASA .
Il promo diffuso poco prima dell'evento di presentazione in cui Google annunciava che a breve avrebbe integrato il suo chatbot nella ricerca, per rispondere a Microsoft che lo ha già fatto con Bing (anche se per pochi utenti), a causa dell'errore ha fatto perdere ad Alphabet (la società madre di Google) 100 miliardi di dollari, conseguenza di uno scivolone in borsa del titolo di quasi il 10% del suo valore.
La corsa all'intelligenza artificiale che integrerà le prossime applicazioni software è la nuova frontiera su cui le BigTech hanno iniziato a speculare per rivitalizzare titoli e trimestrali, enfatizzando negli utenti aspettative ancor ben lontane dal poter essere raggiunte. E questo non riguarda solo l'IA di Google, ma anche quella di Microsoft, o se si preferisce, di Open AI.
I nuovi chatbot, infatti, sono già adesso affascinanti e persino incredibili per la capacità di comprendere le domande che vengono loro poste e per il livello delle risposte... ma solo dal punto di vista della sintassi, della costruzione della frase. Per quanto riguarda grammatica (almeno per l'italiano) e contenuti, c'è ancora da migliorare... e in alcuni casi molto. ChatGPT, ed esempio, ha sbagliato una semplice espressione aritmetica che comprendeva delle potenze o la catalogazione di una sinfonia di Beethoven.
Ci sta? Può anche starci... basta solo non enfatizzare le potenzialità di ciò che al momento è paragonabile poco più che ad un neonato ancora da svezzare. Microsoft e Google sicuramente ne sono consapevoli, ma non sembra che abbiano intenzione di farlo sapere ai loro utenti, a causa . come già detto - delle trimestrali che vengono prima di ogni altra cosa.
Speriamo solo che, per tale motivo, non finiscano per causare la morte di un neonato ancora in culla.