Circondato da una fitta foresta ed inerpicato su un blocco di roccia, affacciato su un burrone, il castello di Gropparello sembra uscito da un libro di fiabe, ma non è una fiaba quella che raccontiamo oggi, è la storia di un amore impossibile terminato in maniera crudele. Questa è la storia del fantasma di Rosania, la “Donna che Grida”.

Vicino a Piacenza c’è il piccolo borgo di Gropparello, dove Carlo Magno nell’anno 804 volle far costruire un castello perché riteneva che quel punto fosse una posizione strategica di difesa anche grazie al torrente Chero.


Grazie alla sua posizione, infatti, il castello fu teatro di grandi battaglie per tutto il medioevo, soprattutto quelle tra Guelfi e Ghibellini e proprio in quegli anni è ambientata la nostra storia.


Verso la metà del 1200 il castello di Gropparello apparteneva alla famiglia Fulgosi e la bellissima Rosania, figlia del castellano, fu data in sposa a Pietrone da Cagnano, un valoroso condottiero, che divenne il Signore del Castello.


Come spesso accadeva, il matrimonio non era dettato dall’amore, ma da ragioni economiche, politiche e di prestigio, tuttavia, si diceva che Pietrone fosse sinceramente innamorato della giovane donna che si accingeva a sposare, ma non era ricambiato da Rosania.


Nonostante il matrimonio fosse combinato, la vita al castello trascorreva tranquilla, ma questa è una storia di fantasmi e non un racconto d’amore, per cui sta sicuramente per succede qualcosa. 


Pietrone da Cagnano, come detto, era un condottiero molto valoroso e deciso ad accrescere i suoi possedimenti, pertanto era spesso fuori in battaglia, lasciando frequentemente sola la giovane moglie. 


Abbiamo sentito molte storie di questo tipo: il signore del feudo è fuori in battaglia, mentre la dama rimane sola nel maniero ed arriva un altro uomo che mitiga la solitudine della donna e questa non fa eccezione.


In quel tempo bastava poco perché un dominio passasse di mano e, mentre Pietrone combatteva contro Piacenza, il Castello fu conquistato da un vecchio amore di Rosania, un certo Lancillotto Anguissola, un capitano di ventura fedele al marchese Pallavicino.


Lancillotto e Rosania si conoscevano da molto tempo ed erano innamorati, sfortunatamente il giovane non era ben visto dai genitori della fanciulla, che lo ritenevano un partito non adatto per la figlia – ed alle ambizioni della famiglia – per via del suo essere un mercenario al soldo del nemico e per questo quando Rosania divenne castellana di Gropparello, i due si persero di vista e Lancillotto seguì il suo percorso a cavaliere a Piacenza 


Fra i due giovani si riaccese subito la passione di un tempo e Lancillotto si stabilì nel castello con la sua amante. I due vissero giorni felici, fino a quando il capitano di ventura ripartì per combattere nuove battaglie, in quel periodo non se ne poteva fare a meno.


Quel che stava succedendo al castello tuttavia non passò inosservato, qualcuno, forse uno dei servi, fece la spia a Pietrone, che, accecato dalla gelosia, tornò nel suo feudo e, non essendo un tipo incline al perdono, decise di punire la moglie in maniera crudele.


Fece costruire nei sotterranei una stanza segreta senza porte, né finestre ed organizzò un sontuoso banchetto a cui invitò tutta l’aristocrazia emiliana, ma, durante la festa, stordì la moglie con un potente sonnifero e la rinchiuse viva nella camera, dove morì di stenti e disperazione.


Né Rosania né la stanza furono mai più mai ritrovate, ma, ancora oggi, nelle notti ventose, si può sentire una voce invocare aiuto, è lo spettro dolente della giovane donna rimasta intrappolata fra queste mura, che cerca ancora di fuggire dalla camera segreta.


In questa storia, molto simile ad altre, penso alla Mano insanguinata della Baronessa di Carini o a Bianca Maria, la Dama Bianca di Verres c’è una particolarità: a differenza di altri castelli infestati, a Gropparello non è mai stata avvistata alcuna ombra, non una nebbiolina o figure evanescenti, solo rumori, grida o porte che si aprono da sole.


In ogni caso Gropparello è stato di sicuro uno dei luoghi nei quali la Storia ha lasciato segni indelebili, è stato nei secoli teatro di contese tra Guelfi e Ghibellini e di numerose ed aspre battaglie, per cui non deve sorprendere che attorno al feudo, oltre a quello di Rosania, ci sarebbero altri spiriti che si aggirano fra le mura, sono le anime inquiete dei tanti soldati caduti nelle battaglie in difesa del maniero.