Chi morì, nella famosa battaglia di Legnano, combattuta dalla Lega Lombarda contro l'invasore straniero, si deve rivoltare nella tomba, vedendo i propri presunti discendenti completamente inermi, impotenti, deboli di fronte all'esodo biblico che il suolo italico, soprattutto in "Padania", sta subendo.
La Lega Nord, il partito che è portavoce degli ideali (e degli interessi) di parte dei cittadini del nord Italia, all'opposizione dal 2011 (in seguito al golpe voluto dalla Troika) è uno dei pochi partiti, nel contesto nazionale, che è contro la politica dell'accoglienza senza se e senza ma perpetuata da parte dei partiti al potere (PD-NCD) e anche di altri all'opposizione (M5S).
Tre anni fa veniva eletto, come tutti sanno, il nuovo segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, in un momento in cui il partito era ai minimi storici nei sondaggi per varie cialtronerie commesse al suo interno. La propulsione del nuovo leader, la sua energia, e anche il momento storico in cui si trovava Forza Italia, in caduta libera, hanno permesso una veloce risalita del partito del Carroccio a percentuali di consenso mai raggiunte precedentemente. Poi, da tempo ormai, questa impennata si è fermata e non ci sono stati più segni che potessero indicare un possibile aumento del proprio elettorato.
Prima delle amministrative, (con le clamorose sconfitte di Milano e Varese e per le quali erano auspicabili le dimissioni da parte del segretario) abbiamo assistito per mesi ad un overdose dell' immagine di Matteo Salvini nei vari programmi dei canali televisivi: sempre con il solito look da "operaio specializzato", sempre con le stesse intonazioni, le solite frasi, insomma, anche condividendo quello che diceva, la noia assoluta. E infatti i sondaggi non sono cresciuti.
Nei giorni scorsi è stata pubblicata dal quotidiano "Il Foglio" un'ottima lettera scritta dal Prof. Claudio Borghi Aquilini (responsabile economico della Lega Nord) nella quale dichiarava tra le altre cose "noi siamo i rappresentanti dei nostri elettori e il fatto che più del 50 per cento degli Italiani sia avverso a questa Europa ci indica che il lavoro da fare per dare loro rappresentanza è appena iniziato".
Aggiungo che, anche in tema di immigrazione, i sondaggi indicano che la maggioranza degli italiani sono contro l'accoglienza indiscriminata, in quanto, questa destabilizza la nostra società: differenze culturali e religiose, impatto economico devastante.
Europa, euro, immigrazione sono tutti argomenti topici nell'offerta politica di Matteo Salvini, ma il consenso intorno alla Lega non aumenta, in quanto questa offerta è indirizzata con il solito linguaggio ai militanti tradizionali, ai soliti elettori, allo zoccolo duro. Uno zoccolo duro fatto di artigiani, piccoli imprenditori, agricoltori, tutti appartenenti ad una fascia di età abbastanza avanzata. I giovani sono pochi (questo purtroppo avviene in molti partiti).
Ora Matteo Salvini si è accorto di essere stato sovraesposto nei talk show televisivi e si sta proponendo quotidianamente sui social network (e quindi con utenza giovane) con improvvisi collegamenti video o post a commento del fatto del momento.
Ma il mondo leghista rimane un mondo chiuso, soprattutto quello del partito, che non vede di buon occhio le differenti visioni, che è diffidente verso chi è estraneo al perimetro del proprio pensiero. Il leghista racconta e vive le cose, quasi sempre, in maniera omologata, ama rimanere nel gruppo, ben allineato e coperto.
Anche nella scelta dell'informazione leghista, Matteo Salvini ha preferito la via tradizionale, assegnando la direzione di "Radio Padania Libera" e del quotidiano online "Il Populista" ad Alessandro Morelli. Perché non dare spazio, per esempio, a un giornalista, con una ventennale esperienza nel settore, con un'ampia visione culturale, amato dal pubblico leghista, come Giulio Cainarca? Meglio un fedele scudiero, un cane da riporto, anche se mediocre, ma devoto servitore della causa.
E intanto, mentre il partito, dai dirigenti ai semplici militanti, è in vacanza, il nemico ha circondato il Carroccio e le truppe cammellate della sinistra stanno conquistando le città del nord, come Milano e Como, e intere masse di africani sghignazzano alla faccia nostra.