Il percorso clinico-assistenziale (clinical pathway), prestabilisce un determinato corso d’azione, un determinato iter diagnostico, terapeutico ed assistenziale da attivare a fronte di una situazione clinica assistenziale. Con tale strumento, può essere codificato il percorso necessario alla preparazione ad un determinato intervento chirurgico o ad una determinata indagine diagnostica; oppure, quello per recuperare l’autonomia nell’alimentazione e nel movimento delle persone colpite da ictus con emisindrome. Il percorso clinico-assistenziale, pertanto, riguarda il controllo sia della qualità, sia dell’appropriatezza di un insieme di attività interdisciplinari.
I percorsi clinico-assistenziali (clinical pathway) prevedono la costruzione di un percorso metodologico incentrato sui seguenti aspetti principali:
1. la definizione delle caratteristiche cliniche (o patologiche) del paziente;
2. la specificazione delle azioni diagnostiche, terapeutiche ed assistenziali e la loro sequenza;
3. la definizione degli esiti di salute, in termini di promozione, miglioramento o mantenimento della situazione clinica presente all’inizio del ricovero.
4. sistema di documentazione delle attività svolte.

I clinical pathway in ambito infermieristico possono essere costruiti in relazione:
- ad un particolare processo diagnostico
- ad un particolare insieme di trattamenti terapeutici assistenziali;
- ad un iter diagnostico o terapeutico da condurre in collaborazione con altre figure sanitarie.

La concezione del percorso clinico-assistenziale come strumento metodologico di pianificazione dell’assistenza infermieristica, impone l’esame delle condizioni operative che ne rendono possibile la costruzione e l’applicazione a specifiche situazioni cliniche. Occorre cioè individuare correttamente le circostanze in presenza delle quali è possibile definire un profilo di assistenza infermieristica standardizzato per situazioni cliniche prevedibili:
- l’emergere di una situazione clinica sufficientemente ed univocamente delineata;
- la prevedibilità, in tale situazione, di uno più bisogni di assistenza infermieristica, della loro modalità di manifestazione, delle loro eventuali cause;
- la possibilità di esplicitare uno o più esiti finali;
- la possibilità di scegliere ed indicare atti da eseguire e specifiche procedure da rispettare, specificando modalità, tempi, repertorio di risorse;
- la possibilità di definire criteri (indicatori e standard) per valutare l’efficacia dell’intervento professionale;
- la possibilità di personalizzare il protocollo, cioè di realizzare la flessibilità, modificando alcune sue parti, affinché si adatti meglio alle particolari esigenze manifestate dalla persona assistita.

L’adozione dei clinical pathway, pertanto, rappresenta una fondamentale strategia per governare il sistema organizzativo ed informativo di una determinata unità operativa, poiché orienta la prassi in funzione del controllo dei risultati degli esiti assistenziali e, quindi, della qualità delle prestazioni. Inoltre, la diffusione di tali strumenti potenzia e favorisce l ’integrazione interdisciplinare ed il ruolo degli infermieri nell’organizzazione dell’assistenza infermieristica e nel controllo della qualità.


Conclusioni
Gli effetti benefici dei percorsi clinico-assistenziali dipendono da numerosi fattori, dei quali i più rilevanti, in ordine alla natura dell’assistenza infermieristica, sono:
1. il giusto grado di flessibilità nell’interpretare ed utilizzare tali strumenti, in ragione della situazione clinica e delle caratteristiche individuali dei pazienti;
2. una cultura professionale ed organizzativa interdisciplinare e d’équipe, orientata alla qualità dei risultati, all’efficienza e, soprattutto, disponibile al cambiamento.
Nel percorso di crescita delle competenze infermieristiche, gioca un ruolo fondamentale le responsabilità riconosciute agli infermieri attraverso la nuova normativa, che definisce l’assistenza infermieristica come professione sanitaria e non più come professione sanitaria ausiliaria.


Bibliografia
Paolo C. Motta, Nursing Oggi, numero 4, 2001