L'emergenza coronavirus innesca la protesta nelle carceri
Sarebbe stata, in primo luogo, la sospensione dei colloqui prevista nelle misure indicate dal Governo per cercare di fermare il contagio anti-coronavirus, alla base della protesta che è scoppiata nelle carceri italiane da domenica e che in due giorni ha interessato 27 istituti di pena, da nord a sud della Penisola.
Salerno, Modena, Napoli, Frosinone, Vercelli, Alessandria, Foggia, Pavia, Parma, Alessandria, Verona, Roma, Milano... proteste che gradualmente stanno rientrando.
A Modena, tre detenuti sono stati trovati morti dopo che la protesta è rientrata, però, in almeno due casi, non sembra che i decessi abbiano a che fare con la rivolta. A Foggia, invece, circa 50 detenuti sono riusciti ad evadere questa mattina: 30 sono stati di nuovo ricondotti in carcere, mentre una ventina non sono stati ancora rintracciati. A San Vittore, alcuni detenuti, soprattutto africani, si sono asserragliati sul tetto del carcere, chiedendo di avere notizie e protezione dal contagio coronavirus.
Così, in una nota, ha commentato quanto accaduto il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma:
"La sospensione dei colloqui diretti con i familiari, disposta come misura precauzionale per contrastare il diffondersi del virus Covid-19, comporta un grave sacrificio per le persone ristrette e le loro famiglie, ma si tratta di una misura a termine, fino al 22 marzo. La sostituzione delle visite con le video-comunicazioni e con l’aumento del numero di telefonate previste dalla legge richiede uno sforzo organizzativo da parte dell’Amministrazione centrale e degli Istituti, ma soprattutto un impegno teso a favorire una comunicazione corretta e completa sui provvedimenti adottati in carcere e anche sul territorio nazionale. Oggi, infatti, l’intero Paese è chiamato a uno sforzo di responsabilità, come non era mai accaduto prima. La difficoltà di accettare misure estreme si accentua nei luoghi di privazione della libertà, dove ancora maggiore deve essere l’attenzione ad assicurare una informazione diffusa e capillare, soprattutto laddove tali provvedimenti toccano il diritto a mantenere i rapporti familiari. Lo stesso Garante nazionale intende impegnarsi direttamente in tal senso, come ha già fatto nei giorni scorsi durante la visita ad alcuni Istituti. A fronte della situazione in atto, il Garante nazionale invita a mettere in campo misure straordinarie volte ad alleggerire le situazioni di sovraffollamento superando un concetto di prevenzione fondata sulla chiusura al mondo esterno, affiancando a provvedimenti di inevitabile restringimento misure che diano la possibilità di ridurre le criticità che la situazione carceraria attuale determina e che permettano di affrontare con più tranquillità il malaugurato caso che il sistema sia investito più direttamente dal problema."