“E tu dormi” è il primo singolo estratto da Connessioni, secondo ed imminente disco del cantautore romano di adozione orvietana Matteo Sacco. È una canzone d'amore pop, ironica e liberatoria, che analizza con leggerezza dinamiche che spesso imprigionano la coppia nel gioco delle parti. 

«La musica, generata con synth e batterie campionate dal producer Marco Libanore a Torino, esprime la mia volontà di proseguire la tradizione cantautorale italiana adattandola sia a riferimenti musicali italiani del passato, soprattutto anni 90, che alle nuove tendenze di pop elettronico». 
 La canzone nasce dall'esigenza di sdrammatizzare – ma anche di celebrare – un'intensa storia d'amore, sofferta e improbabile, imperniata su equilibri scomodi per il protagonista innamorato.

«La chiave di lettura è senz'altro quella dell'ironia nei confronti della condizione straziante di “cavalier servente”, in cui molti amanti si immedesimano nelle storie poco chiare e molto idealizzate». Nel finale però Matteo vuole riscattare la figura dell'innamorato rifiutato, che nell'ultimo ritornello dà mostra di amor proprio e di amore innanzitutto per la libertà di scelta: «il protagonista della canzone decide di lasciare alla sua amata lo spazio che lei pretende e di andarsene per la sua strada… sì, forse un po’ tristemente, ma sempre fiducioso che riconquistando libertà e padronanza di sé si incamminerà verso nuove e stimolanti avventure». 

Il videoclip realizzato da Robin Studio (un team di giovani videomakers di Torino guidati da Kenta Crisà e Stefano Demarie) segue questa traccia e lo fa in modo molto originale. «La storia d’amore diventa un videogame, o meglio, un mash-up composto soprattutto da giochi arcade degli anni '80 e '90»: i riferimenti a Super Mario, Street Fighter, Out Run, Space Invaders e Pokémon sono immediati. Questa scelta stilistica nasce sia per dare rilevanza alle sonorità degli strumenti elettronici utilizzati nell'arrangiamento della canzone, che per esprimere in maniera in qualche modo “vintage” l'idea di una fusione – e soprattutto confusione – tra realtà virtuale e mondo reale.

«Il confine tra virtuale e reale oggi è sottile e quasi impercettibile. Profili social e avatar rendono poi quello tra psichico e corporeo sempre più labile... soprattutto nelle nuove generazioni».