I contenuti degli audio video di Fanpage che mostra una realtà che conosciamo tutti stanno suscitando le reazioni dei vertici del partito FdI che al di là della sigla è e rimane l’ex Movimento sociale con tutti i suoi addentellati con il potere economico e  militare. Il passaggio dalla sigla MSI a AN e a FdI non ha certo cambiato la sostanza delle cose.

La DC e il PSI erano due partiti ben distinti con l’avvento dell’inchiesta “Mani pulite” è spuntata Forza Italia che rappresentò una novità sconvolgente: tutti i democristiani, socialisti e altri sopravvissuti alla decimazione dell’inchiesta sulla corruzione della Procura di Milano si riorganizzarono e voilà ecco FI un papocchio confezionato dagli illusionisti di Mediaset con le dichiarazioni di amore per l’Italia a reti unificate di un pifferaio magico con un passato da craxiano ed altro. Sotto la sua bandiera avrebbe agito liberamente anche un’altra realtà economica impronunciabile, il suo debutto ufficiale risale al 1994 ma Berlusconi stava trattando la sua “discesa in campo” sin dal 1992 con numerosi incontri riservati. I risultati si sono visti: un Paese allo sfacelo! Non si deve mettere mai uno stato nelle mani di un imprenditore per il semplice fatto che un paese non è un’azienda.

Ma l’Italia si trascinava altri problemi irrisolti che giacciono pericolosamente occultati tuttora tra le pieghe della nostra vita politica, sociale ed economica e che si tollerano per un equivoco intendimento delle libertà democratiche. Quel problema irrisolto che ci stiamo ancora trascinando si manifestò subito dopo la fine dell’ultimo conflitto mondiale con il tragico episodio della strage di Portella della Ginestra i cui mandanti sono tuttora sconosciuti.

Nolente o volente l’ossatura della nostra Repubblica democratica è costituita dallo zoccolo duro di un sistema totalitario ed eversivo che non è mai stato estirpato per dare vita ad una autentica democrazia.

La scia sanguinosa che ha accompagnato la nostra storia post bellica rappresenta la prova tangibile che la nostra è una democrazia mai nata: le stragi di stato, l’evoluzione del fenomeno mafioso, l’impunità spacciata per garantismo, l’onestà soffocata dalla corruzione, la spudoratezza del potere economico che sta riducendo milioni di persone all’indigenza. Il morbo che sta distruggendo la nostra società è ben radicato nelle istituzioni e nei settori portanti della nostra società e con il tempo ha creato un'immensa zona grigia dove non esistono più contorni netti e dove tutto può accadere impunemente; è ormai di moda parlare di deviazioni: servizi segreti deviati, parte delle istituzioni deviate, settore militare deviato, questi sono  modi di dire usati per confondere i semplici e coprire i mandanti. Come si può parlare di settori dello Stato deviati quando le decisioni sono sempre scaturite dai vertici: capo del governo e vari ministri pro-tempore; capi dei servizi segreti , capi di Stato maggiore delle Forze armate; capo della Polizia di Stato, ecc. ecc. perché l'impunità per le stragi se le potevano permettere solo loro. Ce lo vedete un usciere del ministero dell'Interno organizzare la strage di piazza Fontana o un maresciallo dei carabinieri programmare il "Piano Solo"?

Noi viviamo in uno stato di falsa democrazia. Scandalizzarci per l’apologia del fascismo consumata nei circoli di destra dimostra la nostra miopia politica invece il problema è un  altro: se il popolo italiano avesse la fede nella democrazia come questa gente l’ha per lo stato totalitario saremmo un Paese evoluto.

Che cosa ti vuoi aspettare da una massa di “arrangiati” in vendita che commettono reati a catena per arrivare ad acquistare il suv e la villa che non si possono permettere con uno stipendio normale. È questa mentalità mediocre che sta portando definitivamente alla malora un Paese.

Se finora non abbiamo fatto la fine dell’Argentina e del Cile con annessi “desaparecidos” o della Spagna di Franco, o della Grecia e del Portogallo è stato per non mettere in imbarazzo il Vaticano che condivideva e sosteneva ufficiosamente la “politica anticomunista” della destra eversiva con il voto cattolico diretto alla DC.

Confindustria manda la lista della spesa all’attuale governo che sta traducendo in leggi inique e destabilizzanti per la tenuta del tessuto economico, sociale, politico e culturale del Paese. Mafia, ndrangheta, camorra investono sfacciatamente nell’economia sana inquinandola irreversibilmente; è in atto una sistematica destrutturazione del tessuto industriale con fughe di ingenti capitali all’estero e le principali testate giornalistiche esaltano Draghi come il santone che sta salvando l’Italia dalla rovina: dipende dai punti di vista.

La manipolazione delle informazioni avvenuta in questi ultimi mesi da parte della stampa sulla ripresa economica del Paese sottrare all’opinione pubblica i reali parametri per una valutazione corretta della situazione: non c’è stata una reale ripresa perché i contratti di lavoro sono tutti a termine, gli imprenditori hanno reintrodotto il precariato a basso costo annullando il decreto dignità; abbiamo un’economia industriale di bassa qualità, non competitiva che vive di sussidi pubblici e pratica le delocalizzazioni perché il solo obbiettivo è aumentare il profitto: oggi Confindustria è un peso morto come l’Alitalia, l’ILVA e tante altre realtà economiche che sono state sfruttate senza evolversi per questo non hanno futuro e saranno inevitabilmente risucchiate dalla concorrenza estera.

Oggi si vota per eleggere gli amministratori comunali: i candidati inseriti nelle liste sono stati gentilmente offerti dai comitati d’affari che li sostengono per i loro personali interessi e noi, minus habentes, andiamo al seggio a dargli il voto come un gregge di pecore.

In Italia il fascismo non è mai tramontato, ha sempre diretto il Paese con mano ferma e non intende farsi da parte per lasciare che si sviluppi una democrazia: sono sconsolatamente convinta che non si può più eliminare questa piaga perché l’italiano è fondamentalmente un vile opportunista.

Mussolini buonanima celebrato dal gotha politico/economico italiano disse: “Con un paese di servi come questo, come fai a non diventarne padrone?” visto che le giovani generazioni (e non) stanno “abbandonando” la nave che affonda.