12 miliardi di euro di fondi Ue sono finiti sotto inchiesta per sospette frodi nel 2023 in Europa, e metà di questa somma, ben 6 miliardi, riguarda l'Italia. È quanto emerge dal rapporto dell'Eppo, la procura europea, che denuncia un danno complessivo di 19,2 miliardi alle casse dell'Ue negli ultimi tre anni.

Nel nostro Paese, nel solo 2023, sono state avviate 556 indagini per frodi al bilancio Ue, su un totale di 1.371 casi aperti nel blocco. Il grosso delle indagini ha riguardato il Pnrr (179 casi), seguito dall'agricoltura (104 casi). Buona parte del danno stimato riguarda le frodi all'Iva, che sono anche quelle più comuni in Europa.

L'Eppo teme che il danno possa aumentare con l'attuazione accelerata dei finanziamenti del Pnrr, e sottolinea il preoccupante coinvolgimento della criminalità organizzata in queste frodi. La procuratrice capo europea, Laura Kovesi, afferma che "l'entità delle frodi può essere spiegata solo con il massiccio coinvolgimento di gravi gruppi della criminalità organizzata".

L'Eppo ha congelato beni per quasi 400 milioni di euro nel 2023 e ha denunciato 256 persone in Italia. La procura europea sta lavorando per migliorare il coordinamento con le procure nazionali e per rafforzare le misure di contrasto alle frodi, anche con l'obiettivo di "paralizzare la capacità finanziaria dei gravi gruppi criminali organizzati".

Le frodi ai fondi Ue non sono un problema solo italiano, ma riguardano tutti i Paesi dell'Unione. L'Eppo ha sottolineato la necessità di una maggiore collaborazione tra le autorità nazionali e europee per contrastare questo fenomeno e tutelare gli interessi finanziari dell'Ue.