Aldilà della fiumana di bla-bla che tutti contribuiscono ad alimentare, sarebbe più onesto, per rispetto della verità, fare capire a noi comuni mortali come e perché il Paese sia stato scaraventato in una crisi avventata considerando le oggettive difficoltà di navigare tra i marosi di una difficile pandemia e di una drammatica congiuntura economica.

Il “come” (NdR: dimissioni dall’esecutivo di due ministre e del sottosegretario di fede renziana) almeno a prima vista sembrerebbe sotto gli occhi di tutti.

È un “come”, infatti, giunto dopo settimane di attacchi e censure, sempre più personali, che il senatore di Scandicci ed i suoi accoliti indirizzavano non tanto al Governo quanto al Presidente del Consiglio.

Il “perché” non rivelato, invece, andrebbe ricercato nelle trame dell’asse Renzi-Salvini il cui obiettivo primario era, ed è ancora quello di annichilire Giuseppe Conte, costringerlo alle dimissioni, estrometterlo dalla scena politica.

A maggior ragione, oggi, che fantasiosi sondaggisti accreditano un eventuale “Partito Conte” di un possibile risultato a due cifre.

È palese, quindi, che la petulante insistenza con cui i renziani reclamavano il MES, sollecitavano la delega dei servizi segreti, criticavano le bozze del Recovery Plan, proponevano il ponte sullo stretto, etc., erano solo dei ballon d’essai per creare un clima di tensione e saggiare la capacità di sopportazione del Premier.

Fallito però il tentativo di mettere in minoranza il Governo al Senato con il voto di fiducia, l’asse Renzi-Salvini ha scommesso su un altro tranello che, a Palazzo Madama, non avrebbe lasciato scampo al Premier Conte: cioè il voto sulla relazione del Guardasigilli, programmata per oggi e domani, 27 e 28 gennaio.

Trattandosi di contrastare la riforma della prescrizione, entrata in vigore il 1° gennaio 2020 per tutti i reati commessi dopo tale data, sarebbe stato gioco facile, infatti, compattare il fronte dei cosiddetti garantisti, da Renzi a Salvini, da Berlusconi a Meloni e via dicendo.

Ad unire questi galantuomini  un pensiero comune: come, proprio ora che potremo mettere le mani, nostre e dei nostri amici, sui 209 miliardi del Recovery Fund arricchendoci così per qualche generazione voi volete toglierci lo scudo della prescrizione ?

Già, perché da anni, grazie al malefico istituto giuridico della prescrizione, con la formuletta “per decorrenza dei termini” sono rimasti impuniti migliaia di malfattori imputati per corruzione, concussione, abuso di ufficio, etc. 

Se Transparency International, il più autorevole indicatore mondiale della corruzione nel settore pubblico, nella classifica europea rileva come Italia e Bulgaria si contendano il primo posto tra i paesi più corrotti, dopo aver superato perfino Grecia e Romania, non sarà un caso.

Ma la prescrizione ha prodotto e continua a produrre effetti intollerabili in ogni settore.

Ad esempio, nelle scorse settimane i familiari delle 32 vittime e delle centinaia di feriti della Strage di Viareggio sono stati beffati proprio dalla malefica prescrizione che, con la arida formula “per decorrenza dei termini”, ha fatto andare impuniti i presunti responsabili del disastro.

Annientare Giuseppe Conte e recuperare lo scudo protettivo per corrotti e corruttori: due piccioni con una fava !