A pische'... e vedi d'anna a pijattelo...
'na chilata de robba t'ha dovrei da da' a un euro? Pe' la facciaccia tua?
Lo pagassi io 'n'euro pe' compralla... Anvedi questo... Sta bbono. Azzittate, nun lo senti che devo da risponne ar telefono?
Prondo. A ma' se' te? E che voi? Sto a lavora!
Lo saiii? E com'è che lo sai?
Sto 'n televisione? Dichi? Ma davero?
Famme 'n po' vede... Mannaggia... c'ha raggione.
È vero... Sto a'a Cammera.... vabbé... fa lo stesso.
Ora ce penso io...
do del barcarolo a quello dell'immigrati, do della sgalletata alla lesbica e poi vengo...
Che m'ha fatto? 'e puntarelle? No, mejo du pommidori cor regano... so' già addiventata 'na bbalena...


GIORGIA MELONI
. Il tragico evento, al quale l'interrogante fa riferimento, riguarda il naufragio di una barca affondata, che, purtroppo, ha comportato la morte di 30 dei 47 migranti a bordo; si è svolto in area SAR, di responsabilità della Libia, ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L'Italia ha poi assunto il coordinamento, una volta ricevuta la comunicazione dell'impossibilità, da parte delle autorità libiche, di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse. Significa che l'Italia non solo è intervenuta, ma che è intervenuta in acque che non erano di sua competenza. Ma poiché mi è chiara la ragione per la quale il Governo è chiamato in causa di fronte a queste vicende, vorrei rispondere - perché mi pare più efficace - con le parole di Gianluca D'Agostino, capo della centrale operativa della Guardia costiera, confidando che tutti abbiano rispetto per il lavoro di questi servitori dello Stato.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Proprio perché noi non abbiamo mai voluto calunniare i servitori dello Stato, dobbiamo ricordare che, a quelle latitudini e in quelle acque, molte volte gli uomini della Guardia costiera e della Marina militare italiana hanno effettuato salvataggi. Allora, il punto è proprio questo: cosa è cambiato? Quello che interessa a noi è capire che cosa è cambiato, non nell'onore e nella capacità operativa degli uomini servitori dello Stato, degli uomini delle nostre Forze, ma nell'indirizzo politico che viene dato!

Presidente, lei ha risposto sulla SAR libica. Lei sa benissimo, meglio di me, e dispiace che chi cura le risposte del Presidente del Consiglio nel question time ometta di dirlo e di scriverlo, che la SAR non è un'indicazione di competenza e non è un'indicazione di sovranità! È un'indicazione operativa! Nel momento in cui le autorità libiche dicono di non essere in grado di svolgere quell'operatività, allora la responsabilità ricade, come in questo caso hanno chiesto gli stessi libici, sulle autorità italiane. Questo è il punto! Questo dovrebbe insegnare a noi tutti e al Governo che in questo momento è in carica, e non voglio togliere responsabilità ai Governi italiani precedenti, che è ora di finirla con la farsa della SAR libica. I libici non sono in grado di consentire un coordinamento di operazioni di salvataggio in linea con gli standard delle convenzioni internazionali.

Quello che noi dobbiamo fare è salvare le vite, e la domanda non è quella che lei, Presidente, in un ribaltamento dei ruoli davvero assurdo, pone a noi e pone ai giornalisti, dicendo: pensate davvero che le autorità italiane non abbiano voluto salvare una vita?

No, non è questa la domanda. La domanda è: è stato fatto di tutto e possiamo fare di meglio per salvare le vite? E porsi questa domanda significa voler rafforzare i nostri principi costituzionali, i principi a tutela dello Stato di diritto e dei diritti umani! Lei dovrebbe utilizzare questa situazione per andare dai partner europei e chiedere una missione di salvataggio congiunta con i partner europei! Forse, avremmo anche più credibilità in quella sede di quella che lei adesso è in grado di portare nel consesso europeo.

Questo è quello che crediamo che andrebbe fatto, e, purtroppo, c'è qualcosa che lega - concludo, Presidente - questo fatto con il fatto di Cutro, cioè esattamente una svalutazione della priorità del salvataggio in mare delle vite, che è stata fatta nel corso degli anni, non solo per responsabilità del suo Governo, attraverso atti amministrativi e direttive. Capiamo il suo imbarazzo, capiamo che lei abbassi la testa, perché, fino a poco tempo fa, diceva che andavano affondate le navi delle ONG e andavano fatti i blocchi navali militari per fermare i migranti!

...

GIORGIA MELONI. In apertura, poiché il collega citava il tema dei mutui, mi preme ricordare che è stato un provvedimento di questo Governo a consentire a tutti la possibilità di rinegoziare il mutuo, da mutuo a tasso variabile a mutuo a tasso fisso. Un'altra delle piccole grandi cose che, secondo me, abbiamo fatto. Dopodiché, quello che i colleghi pongono è un tema molto interessante perché, effettivamente, le recenti dinamiche dei mercati bancari e finanziari, che sono ripercorse, disegnano uno scenario che da parte del Governo merita la massima attenzione.

È evidente come il processo di innalzamento dei tassi di interesse voluto dalla Banca centrale europea produca fisiologicamente un aumento degli utili da commissioni bancarie, anche perché i recenti dati sul mercato del credito mostrano che, a fronte di un aumento dei tassi, più o meno del 2,5 per cento in sei mesi circa, il costo medio degli interessi per le imprese e le famiglie è cresciuto pressoché simmetricamente, anche se va detto che i rendimenti riconosciuti sui depositi bancari, nello stesso periodo, sono saliti in misura sensibilmente inferiore.

Ora, ovviamente, la complessità della situazione richiede gli approfondimenti opportuni. Però, io credo che sia necessario partire dalle emergenze. Io credo che sia necessario partire, per esempio, dalla necessità di approfondire quei casi nei quali norme discutibili potrebbero aver finito per favorire improprie rendite di posizione. Non me ne vogliano gli interroganti, ma è, per esempio, il caso del superbonus, perché la norma, che nasceva da un presupposto condivisibile, come mettere in moto l'edilizia e mettere in moto l'economia, è stata poi messa in campo in un modo tale da aver prodotto conseguenze per affrontare le quali il Governo attuale lavora da mesi.

FRANCESCO SILVESTRI. Presidente Meloni, non si offenda, ma io credo che lei non abbia semplicemente capito la domanda . Anzi, a tal proposito rinnovo davanti a lei la richiesta di fare venire il Ministro Giorgetti proprio a parlare di quel buco di bilancio che vi siete apprestati ad andare a denunciare in TV ma su cui nessuno, qui in Parlamento, ci ha reso opportuna informazione. Detto questo, al netto di tutto quanto, lei mi ha dato la sensazione di non avere minimamente contezza di cosa comporti per una famiglia, fuori da questi palazzi, per una giovane coppia, per un piccolo risparmiatore, l'aumento di una rata di un mutuo di circa il 40 per cento.

Glielo dico, perché lei, in campagna elettorale, andava giustamente per piazze a dire: “Siamo pronti a tutelare la casa degli italiani”. Poi, oggi è venuta qui, senza una soluzione su un tema come questo, ed è venuta anche con un taglio alle spalle, di 400 milioni sui fondi che erano stanziati per l'aiuto sugli affitti, che stavano utilizzando studenti fuori sede e persone che non ce la facevano ad arrivare a pagare l'affitto. Se questo è il vostro modo di tutelare la casa, io le dico: “No, fermatevi, non tutelate più”. Infatti, non vorrei che per voi la realtà fosse quella che vive certa politica che conoscete bene, che ha la fortuna di acquistare case a prezzi stracciati in centro, considerati i rapporti privilegiati con certi enti. Presidente, la realtà per molte persone, per la maggior parte delle persone, non è quella: è completamente un'altra. Però, le voglio dare una buona notizia, perché, sostanzialmente, rappresento un gruppo che porta soluzioni. E ce l'abbiamo qui.

La soluzione l'abbiamo qui, non c'è nemmeno bisogno di andarla a cercare, come piace a voi, nel Globo terracqueo. Guardate, è qui… ed è una legge per istituire un fondo che aiuti i cittadini sull'aumento delle rate dei mutui con soldi presi direttamente dagli extraprofitti bancari. Concludo, ma una domanda io gliela vorrei fare, perché ce l'ho qui [sullo stomaco, ndr] praticamente dal primo giorno delle elezioni.

Ma perché non toccate mai gli extraprofitti delle banche, delle grandi compagnie assicurative, energetiche e farmaceutiche? Perché io lo so che è molto più facile prendersela sempre con i percettori del reddito di cittadinanza, con i disoccupati, con le donne che volevano, tramite Opzione donna, andare in pensione e non ce l'hanno fatta! Però, vi dico: lo so che le persone che noi stiamo tutelando non sono tutti presidenti di serie A, a cui avete spalmato 800 milioni… ma non per questo… (Al deputato pentastellato il vicepresidente della camera, il camerata Rampelli (FdI), ha tolto la parola).

...

GIORGIA MELONI. È vero, c'è un problema, chi ha governato fino a ora ha reso purtroppo più poveri i lavoratori italiani e questo Governo deve fare quello che può per invertire la rotta. Noi, già nei primi mesi di legislatura, pur con le risorse inevitabilmente limitate che abbiamo a disposizione, abbiamo dato dei segnali in questo senso: interventi a tutela del potere d'acquisto delle famiglie e dei lavoratori, il rinnovo del taglio di due punti percentuali del cuneo fiscale contributivo che, giova ricordare, il precedente Governo aveva previsto fino alla fine dello scorso anno, e l'aggiunta di un ulteriore punto del taglio contributivo per i redditi più bassi. Sono primi passi, ovviamente, verso l'obiettivo che il Governo si è posto che è ovviamente aumentare i salari dei lavoratori, garantendo retribuzioni dignitose, retribuzioni che siano adeguate al lavoro svolto e al contesto socio-economico.

Perché - io non ho un approccio ideologico su questa materia, ho un approccio pragmatico, come sempre -, a mio avviso, io mi interrogherei sull'ipotesi che il salario minimo legale possa diventare, non un parametro sostitutivo… chiedo scusa, non un parametro aggiuntivo delle tutele garantite ai lavoratori, ma un parametro sostitutivo, un parametro unico, e nel nostro sistema un parametro di questo tipo rischierebbe, per paradosso, di creare per molti lavoratori condizioni peggiori di quelle che hanno oggi e di fare, per paradosso, un favore alle grandi concentrazioni economiche, alle quali conviene rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori.

Sul tema dei congedi parentali, siamo molto d'accordo, nel senso che anche qui, come si è visto, le poche risorse che potevamo spendere in parte le abbiamo utilizzate per un ulteriore mese di congedo parentale, utilizzabile nei 6 anni dalla madre o dal padre, retribuito all'80 per cento. Era quello che potevamo fare. Ma poiché il tema del sostegno alle madri lavoratrici e del sostegno alla natalità è per noi una priorità assoluta, su questo sono sempre disponibile a confrontarmi e a parlare.

ELLY SCHLEIN. Signor Presidente, le sue risposte non ci soddisfano. Anzitutto, perché vorrei ricordare che il Partito Democratico ha provato nella scorsa legislatura ad approvare il salario minimo, ma i suoi alleati, che le siedono affianco, erano contrari e il Governo è caduto prima del tempo. Ma le vorrei anche ricordare che lei oggi è al Governo, ci sono io all'opposizione, e non è più il tempo di dare le responsabilità ad altri, ma di dare le risposte alle italiane e agli italiani. Adesso spetta a voi dare queste risposte.

Io credo che precarietà e lavoro povero abbiano bisogno di risposte immediatamente. Lei ha detto che questo tema è centrale anche per il suo Governo, ma dice di “no” a un salario minimo e rinvia a soluzioni incerte, che risulteranno tardive e che risulteranno inadeguate. Io penso che “lavoro” e “povero” non debbano più stare nella stessa frase. Penso che si debbano limitare i contratti a termine. Non le può sfuggire, tra l'altro, la contraddizione del partito che guida, che in Italia dice “no” al salario minimo, ma in Unione europea ha votato a favore della direttiva che ne propone l'introduzione in tutti i Paesi europei.

Ora, è vero, l'Italia è l'unico Paese europeo in cui negli ultimi decenni i salari non sono aumentati, ma sono addirittura diminuiti di 3 punti percentuali. Però, non si nasconda dietro un dito, Presidente, perché, se fosse bastata la contrattazione collettiva, non avremmo quel 12 per cento di persone, che sono lavoratori e lavoratrici poveri, tra coloro che lavorano, che sono 3 punti sotto gli altri Paesi europei. Non ce li avremmo, perché lei dovrebbe sapere che in questo Paese, dal 2012 al 2021, abbiamo aumentato, quasi raddoppiato, i contratti collettivi, che sono arrivati ad essere 992. E lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative: 25 degli ultimi 441, che sono aumentati negli ultimi anni. Ecco, lo deve sapere, perché, se bastasse, la nostra proposta vuole rafforzare quella contrattazione collettiva e approvare quella legge sulla rappresentanza, ma, accanto, vuole anche fissare una ‘soglia sotto la quale', laddove non arriva la contrattazione. Ci sia una risposta per coloro che vedono calpestata la propria dignità mentre lavorano.

È vero, lei è in carica da soli 5 mesi, ma sta già andando in direzione opposta e sbagliata. Avete allargato il ricorso ai voucher, che sono una delle forme più precarie di lavoro. Avete dato l'intenzione di estendere i contratti a termine, anziché limitarli, come hanno fatto in Spagna.

Siete una destra che è ossessionata dall'immigrazione, ma non vede l'emigrazione di tanti giovani, che sono costretti, dai salari così bassi e dai contratti così precari, a costruirsi un futuro altrove. Avete colpito e quasi cancellato Opzione donna. Queste sono le vostre risposte, perché i vostri veri punti di emergenza sono altri. Sono i rave, i condoni, la guerra alle ONG e, da ieri, colpire ideologicamente i diritti delle figlie e dei figli delle famiglie monogenitoriali, che hanno diritti come tutte le bambine e tutti i bambini che fanno parte della nostra comunità. Sul piano sociale la vostra azione si definisce con tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità.