Rapporto OCSE, settembre 2023: Inflazione, Crescita Globale e Prospettive Economiche... anche per l’Italia
Nel rapporto preliminare di settembre 2023, l'Ocse indica nell'inflazione e in una crescita che rimane debole i due problemi che devono affrontare a breve termine le economie globali, tenendo presente l'impatto sempre più invadente del rafforzamento della politica monetaria da parte delle principali banche centrali e delle tensioni dell'economia cinese.
La crescita del Pil a livello globale è vista dall'Ocse in rallentamento rimanendo al di sotto delle previsioni per il biennio 2023-24, mentre, al contrario, l'inflazione è sì in calo, ma non tanto quanto indicava l'obiettivo programmato.
I rischi per la crescita dipendono dalla possibilità di un rallentamento più marcato del previsto dell'economia cinese (5,1% il Pil nel 2023 e 4,6% quello nel 2024) e da un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio.
Nel rapporto di settembre, secondo l'Ocse, la politica monetaria dovrebbe rimanere concentrata sul riportare l'inflazione al target del 2%, mentre è necessario un maggiore impegno da parte dei governi per ricostruire il proprio spazio fiscale, oltre a dare risposte alle sfide future, a partire da quella del cambiamento climatico.
I governi devono rafforzare le prospettive di crescita avendo come priorità chiave quella di rivitalizzare il commercio globale. Le attuali valutazioni dell'Ocse fanno seguito al rapporto preliminare dello scorso giugno.
Il Pil dell'Italia, nella previsione di settembre, crescerà del +0,8% sia nel 2023 che nel 2024, mentre la media di quello globale è indicata al 3% per l'anno in corso e in diminuzione al 2,7% per il 2024.
Per quanto riguarda gli altri Paesi dell'Ue, il Pil della Spagna crescerà del 2,3% quest'anno, per poi ralentare all'1,9% bel 2024.
Meglio dell'Italia anche la Francia con la sua economia che nel 2023 crescerà dell'1% e dell'1,2% nell'anno seguente.
Negativa, invece, la crescita tedesca, per quest'anno, con un -0,2%, mentre nel 2024 rimbalzerà al +0,9%.
Anche il Regno Unito, tra inflazione e Brexit non brilla con un +0,3% per quest'anno e un + 0,8% per il prossimo.