Per l'accessibilità al cinema per le persone disabili zero euro, mentre per i ricchi del cinema 400 milioni l'anno e altri milioni sparsi per le loro iniziative da tappeto rosso.

Il Ministro Franceschini volta le spalle al Progetto Cinemanchìo che nell'ultimo anno ha creato tutti i presupposti per realizzare la più grande iniziativa per l'inclusione culturale a favore dei disabili sensoriali e cognitivi.

Quanti hanno lavorato al progetto lo hanno fatto in modo volontario e mettendosi al servizio del Paese per raggiungere un obiettivo di civiltà e di democrazia per far raggiungere all'Italia uno standard di assoluta avanguardia.

Da quasi un anno il Ministro era a conoscenza della proposta e il MIBACT aveva anche dato il Patrocinio (gratuito) a Cinemanchìo. Da aprile era stata prospettata ai responsabili del progetto la possibilità di accedere a un fondo speciale, nel 2018, che avrebbe consentito loro di portare avanti le attività finalizzate all'accessibilità per le persone disabili.

Un funzionario molto vicino al Ministro aveva perfino partecipato alla presentazione di Cinemanchìo che si svolse alla Mostra del Cinema di Venezia a settembre. Sembrava, quindi, che si stessero aprendo prospettive importanti anche sulla base delle iniziative di accessibilità che lo staff di Cinemanchìo è riuscito a promuovere in tutto il Paese. 

Con l'avvicinarsi del periodo elettorale i rapporti sono andati sfilacciandosi perché, com'era evidente fin dal principio, questa proposta non avrebbe mai subito il rischio di strumentalizzazioni o manipolazioni da parte della politica né si prestava a facili passerelle sui tappeti rossi che il Ministro e i sui adepti hanno ampiamente dimostrato di gradire.

Nell'ultimo mese, alle sollecitazioni del coordinatore del progetto, Stefano Pierpaoli, che chiedeva chiarimenti sul fondo speciale che fino a poco tempo prima era stato ipotizzato, il MIBACT ha reagito con sempre maggiore ostilità fino a chiudere ogni canale di comunicazione con le persone che hanno portato avanti il lavoro.

Va detto che l'obiettivo è stato praticamente raggiunto, quindi Cinemanchìo ha dimostrato sul campo la validità della sua iniziativa, ma non potrà contare su tutto quel lavoro di coordinamento e razionalizzazione che solo questo organismo avrebbe potuto garantire. Oltretutto, avrebbe meritato con i fatti di poter continuare a impegnarsi sui processi che ha originato.

Si parla di una cifra richiesta di 150.000 euro per dare all'Italia un modello di inclusione culturale per milioni di persone e per le loro famiglie.

Questa, la nota diffusa il 17 gennaio 2018 da Cinemanchìo.