Xi Jinping, la riunificazione con Taiwan deve essere realizzata
Cina e Taiwan da decenni sono ai ferri corti. Il motivo? A seguito di una guerra civile che risale alla seconda metà degli anni '40 l'isola di Taiwan si considera una nazione indipendente, mentre Pechino la ritiene parte del proprio territorio.
Taiwan, adesso, ha una propria costituzione, dei leader eletti democraticamente e un esercito di circa 300.000 uomini.
Nonostante ciò, sono poche le nazioni che riconoscono Taiwan e tra queste gli Stati Uniti che, però, hanno una legge che impone loro di fornire all'isola i mezzi per difendersi, tanto che nel 1996, quando la Cina ha cercato di interrompere le elezioni presidenziali di Taiwan con una serie di test missilistici, gli Stati Uniti hanno inviato subito delle portaerei nella regione.
Perché parlare di Taiwan?
Perché il presidente cinese Xi Jinping nelle scorse ore ha dichiarato che la "riunificazione" con Taiwan "deve essere realizzata", comunque. Xi ha specificato che la riunificazione dovrà essere raggiunta pacificamente, ma ha pure detto che il popolo cinese ha una "gloriosa tradizione" di opposizione al separatismo, facendo intendere che, se non vi fosse altro mezzo, l'uso della forza per raggiungerla non sarebbe da escludersi.
"Il compito storico della completa riunificazione della madrepatria deve essere adempiuto, e sarà sicuramente adempiuto", ha affermato Xi, specificando di immaginare una unificazione secondo il principio "un paese, due sistemi", simile a quello impiegato a Hong Kong, che fa parte della Cina, ma ha un alto grado di autonomia... in linea teorica, come hanno dimostrato gli avvenimenti di mesi scorsi.
La dichiarazione di Xi Jinping arriva dopo la prova di forza militare di Pechino che negli ultimi giorni aveva fatto sorvolare lo spazio aereo di Taiwan da un elevato numero di propri aerei da caccia, un avvertimento alle autorità locali in vista della festa nazionale dell'isola in programma domenica.
Il ministro della Difesa di Taiwan ha affermato che le tensioni con la Cina sono le peggiori da 40 anni a questa parte.
Per adesso, nessuna reazione da Washington alle parole del presidente cinese.