Dio salvi la regina. E l’ha salvata, perbacco, Elisabetta ha 94 anni suonati e sembra avviarsi verso il traguardo della sua mamma, regina madre Elizabeth Bowes –Lyon, che se ne andò nel 2002, a 102 anni; nello stesso anno si spense la sorellina minore, Margareth, di “appena” 72, ma quella aveva vissuto di stravizi, si sa. Non si hanno notizie certe del principe consorte Filippo, che dovrebbe viaggiare sui 99; scomparso alla vista prima della pandemia il “piccolo” Harry, con mogliettina e neonato Archie, forse in California; l’ufficio stampa di Carlo ha fatto sapere, già verso marzo, che l’erede al trono aveva preso il Corona… no, non la corona (quella, ancora attende), solo il virutz. E’ circolata qualche vociaccia sul terzogenito Andrea e le sue ribalderie sessuali (sai che novità), gli altri tutti scomparsi, nascosti nei loro castelli e castellucci. Finalmente si sentiranno liberi di vivere, senza impegni di rappresentanza, nelle gabbie dorate dove comunque stavano…altro che avvicinarsi al popolo, come pigolava quella illusa di Diana.

Sappiamo tutti che la nobiltà si chiama Gotha, che ha distribuito la polvere di stelle secondo territorio, molto nella Mitteleuropa, qualche sputo in giro per il mondo. Dalla Germania vengono i Windsor, vero nome Hannover, tedeschi, come lo stesso marito della regina, con quegli alberoni genealogici complicatissimi, che oggi ci fanno un baffo: siamo tutti su questa barca e i titoli nobiliari, possiamo pure attribuirceli da soli, ad cecium.

Quindi, signora Elisabetta Windor in Battenberg, com’è andata finora? Lei e il suo trono ereditato da uno zio birichino, dipinto come un narciso in balia di una vecchia meretrice, mentre voi eravate quelli buoni, rimasti in patria sotto le bombe della seconda guerra mondiale? Signora, si ricorda di quella volta che mostrò simpatia per i Tory e la sua ghenga di consigliori, che la marca stretta, le intimò di non farlo mai più? O che forse pensava di poter esprimere un’idea? E di quando Tony Blair, partito con inni repubblicani, si innamorò di lei, per poi involarsi nel club degli affaristi galattici?

L’inghilterra è finita, no è risorta. Essa, anzi lei, rinasce sempre più forte che pria, dai riots degli anni settanta, al colonialismo culturale di cui ha avuto appannaggio, con quei tabloid tanto bellini che il suo popolino, appena fuori dalla cerchia di Londra centro, divora.

Lei vince sempre, anche quando sembra che la attacchino. Ci sono sfilati sotto gli occhi decine di servizi, ficition e film, che sembravano polemizzare, zeppi di interviste a strani figuri, dalla dama di compagnia al maestro di ballo, ma alla fine tutti i salmi finiscono in gloria, lei è “the best”.

Che importa se il suo paese ha in mano il mondo insieme a qualche altro amichetto, se il vostro pugno di ferro sull’orbe terraqueo non si è mai allentato, se chi si oppone a voi fa regolarmente una triste fine, se ancora esiste chi pensa che le monarchie servono a qualcosa, come pure le repubbliche, beninteso.

Dio salvi questa regina, ma al prossimo turno, Dio salvi tutti.