Hanno iniziato con astenersi dalla elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato, hanno manifestate le loro critiche alle norme anti-rave, sono stati polemici anche sulla gestione della ONG Ocean Viking, si sono dichiarati in disaccordo con le decisioni del CdM sul Superbonus, hanno affermato che nel conflitto Russia-Ucraina il criminale di guerra non è Putin che sarebbe invece uomo di pace, questi solo per citare i casi più eclatanti. 

In buona sostanza, nelle prime settimane di vita del governo i guerriglieri di Arcore non hanno persa occasione per stigmatizzare l’operato del premier e del suo esecutivo. 

A voler essere benevoli si ha l’impressione che Berlusconi, con occhio continuo ai sondaggi, abbia ingaggiata una cinica guerriglia per mettere in difficoltà, giorno dopo giorno, più Giorgia Meloni che non il suo governo del quale, peraltro, FI fa parte con 5 Ministri ed 8 sottosegretari.

Dal canto suo, invece, Matteo Salvini non ha mai smesso di portare avanti, su social e media, la sua trita e ritrita propaganda nel tentativo di recuperare almeno parte di quei voti che il 25 settembre gli hanno voltate le spalle.

Rintrona coloro che ancora gli danno ascolto nel tentativo di far credere che sia lui il vero premier operante che predispone l’agenda di governo, decide le priorità, detta la linea politica, indirizza i ministri.

Se ne frega che queste sue fandonie manchino di rispetto al premier Giorgia Maloni, la screditino e la mettano in difficoltà.

Proprio come è avvenuto in modo irresponsabile quando, per aver voluto far credere ai soliti rintronati che, nel concedere il porto di Marsiglia alla ONG Ocean Viking, il presidente Macron si fosse piegato alle decisioni del governo italiano, Salvini ha innescata la crisi diplomatica con Parigi.

Massimo Gramellini, sul Corsera, nei giorni scorsi ha simpaticamente ricordato a Giorgia Meloni che nel 1982 il CT Enzo Bearzot vinse il Campionato del Mondo dopo aver impedito a giocatori e staff di rilasciare dichiarazioni a stampa e TV.

Forse un suggerimento alla premier di “imbavagliare” Salvini?

Di certo, penso che Giorgia Meloni si pentirà a lungo per aver concesso ingenuamente a Salvini quel ruolo di vice-premier del quale lui abusa.