A seguito delle rivelazioni contenute nei cosiddetti Panama Papers e delle reazioni dell'opinione pubblica britannica, il primo ministro David Cameron ha deciso di rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi, a partire dal 2009 fino al 2015.
Purtroppo per lui, questa, che è una mossa senza precedenti, forse finirà per creargli ancora maggiori guai. Infatti, dalle carte risulta che nel 2011 la madre ha effettuato due pagamenti separati a suo favore, pari ad un ammontare di 100 mila sterline ciascuno, in modo da evitare di dover pagare 80 mila sterline di tasse di successione.
La normativa britannica prevede che la tassa di successione non sia dovuta su donazioni, sotto forma di denaro o beni immobili, che non superino le 325 mila sterline e siano effettuate almeno sette anni prima della morte del possessore.
A seguito della morte del padre, avvenuta nel 2010, a Cameron fu lasciata in eredità una somma di 300 mila sterline, esente da imposte. A questa seguirono i due pagamenti di 100 mila sterline effettuati dalla madre, nei mesi di maggio e di luglio del 2011.
Alcuni anni prima, i genitori di Cameron avevano trasferito la proprietà della casa di famiglia al loro figlio maggiore, Alexander, e gli importi pagati a David nel 2011 sarebbero da considerare una sorta di compensazione.
Intanto, lunedì il primo ministro annuncerà la costituzione di una task force che avrà il compito di individuare eventuali illegalità negli affari delle società menzionate nei Panama Papers.
David Cameron ha ammesso che la gestione della vicenda non è stata delle migliori, soprattutto in termini di comunicazione e di questo si è voluto assumere la piena responsabilità, invitando l'opinione pubblica a non imputare questi errori a cattivi consiglieri.
Ha ribadito, tuttavia, che ha considerato le azioni della società panamense fondata dal padre alla stregua di altre azioni in suo possesso e che di tutte si è voluto liberare subito prima dell'ingresso a Downing Street.