La scomparsa di bambini è frequente quanto e forse più di quella di adulti, nel mondo. Il fenomeno è stato pubblicizzato dai media negli ultimi decenni, ma la rete ha anche aumentato a dismisura il terreno di caccia dei predatori, che ora dispongono di un mercato infinito. Talora si parla di traffico d’organi o di adozioni illegali, ma si ritiene che lo scopo principale sia lo sfruttamento sessuale.

Angela ha tre anni, nel 1996, quando scompare. Figlia di una tranquilla coppia di Vico Equense,  ultima di tre sorelle, la famiglia appartiene alla locale comunità Evangelica. Quel 10 agosto, il gruppo di fedeli ha organizzato una gita sul monte Faito, area ideale per picnic e una sana giornata all’aria aperta.

Per maggiore sicurezza gli adulti hanno formato un cordone di automobili parcheggiate strettamente attorno allo spiazzo dove si mangia, si gioca, ci si rilassa. Tutti ricordano le  riprese, piccoli flash, di lei durante la gita: Angela, vivacissima, corre e salta per ogni dove, forse occorre una dose supplementare di attenzione per quella bambina così esuberante. Papà Catello non la perde d’occhio, ma sarà un attimo di distrazione a far sì che si giri e non la veda più.

Le indagini, come di prassi, si indirizzano subito sui familiari, ma da quel versante non si approda a nulla e resterà solo uno strascico di amarezza.

Come è stato possibile che la piccola si sia volatilizzata in pochi secondi, senza che alcuno, delle decine di persone presenti, si sia accorto di nulla?

Le ricerche scattarono subito, a cura anche di molti volontari, ma di lei non si trovò traccia.

 

Molti anni dopo

Gli affranti genitori non si arrendono e le ricerche in qualche modo vanno avanti. Si ricorre anche a una tecnica di “digital aging”, che “vecchieggia” un volto a partire dall’ultima fotografia a disposizione, per aiutare l’eventuale identificazione di una Angela ormai giovane donna, sperando sia ancora viva, magari adottata da una famiglia all’estero. Qualcuno sostiene che sia finita in Turchia, ma l’ipotesi è priva di solide basi e la Turchia non è ambiente in cui ricorrere a strani traffici per avere bambini: ce ne sono abbastanza.

Si torna a indagare nell’ambito della comunità religiosa di appartenenza dei Celentano e viene fuori che in quei frangenti la bimba sarebbe stata vista da un ragazzino della stessa comitiva, il quale andava a riporre un pallone. Non si capisce perché si portasse via un oggetto che serviva più che mai per il gioco: in ogni caso, ormai adulto, egli rifiuterà sempre di parlare e identico atteggiamento terranno più o meno tutti i coinvolti in quella infausta giornata. Un altro giovinetto aveva parlato di una vettura su cui la poverina era stata infilata a forza, ma  smentirà velocemente, asserendo di aver voluto solo contribuire a dare un po’ di speranza ai Celentano, inventando una pista.

Gli anni, per mamma e papà, trascorrono nell’angoscia, attenuata dalla presenza delle altre due ragazze Celentano, nel frattempo cresciute e native digitali. Così accade che una di loro un giorno se ne venga fuori con una mail esplosiva: una ragazza dai lunghi capelli corvini e lineamenti vagamente compatibili con quelli di Angela proiettata nel futuro,  annuncia di essere sua sorella e di vivere in Messico.

Tutti ricordiamo le frenetiche attenzioni mediatiche, la rimessa in moto delle indagini che stagnavano: procura, avvocati, giornalisti, uffici diplomatici, tutti impegnati nel periglioso paese latinoamericano, alla ricerca di un server.

Il finale, deludente, porta a concludere che la signorina della foto è in realtà una psicologa di origini messicane, che però vive in Francia e la cui immagine, almeno quella allegata alla originaria mail, girava in web perché già comparsa su un catalogo turistico; che tale messaggio di posta elettronica era partito dal pc del figliastro di un cancelliere di Città del Messico, dove pure esiste una sede Evangelica, come, peraltro, se ne trovano in ogni continente;  infine, resta solo il mistero di come la comunicazione sia arrivata ai Celentano, ora più addolorati che mai, dopo aver inutilmente sperato.

Ipotesi

Non si può far altro che andare per azzardi, in questa assurda vicenda, ovvero navigare in uno scenario surreale da fantasy horror, appoggiandosi alle poche circostanze ragionevolmente accettabili, per proporre dubbi, non di più.

Per quale ragione un utente del lontano Messico avrebbe scritto alla mail di casa Celentano? Una burla? Pare che, in effetti, i farabutti sciacalli internauti non manchino e si divertano a tirare scherzi macabri a chi soffre. Ci pare la pista più probabile, ma al parente del cancelliere non è successo nulla, non risulta nemmeno un’incriminazione da parte della Giustizia italiana, così, almeno per tener desta l’attenzione.

Angela può essere sparita per alcuni motivi:

- nell’eccitazione del divertimento, si è persa nel bosco, sgusciando facilmente, lei così piccola, tra le auto, e trovando, per somma sfortuna, un malintenzionato in cerca di prede. Statisticamente, sarebbe una rarità, ma ricordiamo il caso statunitense di Amber Hagerman, del 1996, da cui è derivata la legge “Allerta Amber”. La piccola americana gironzolava sulla sua bici in un perimetro limitato attorno alla sua casa, con mamma e altri parenti in giardino e perfino qualche vicino di casa alla finestra: anche in quel caso, fu questione di attimi. Dopo l’approvazione della norma, negli USA, se viene denunciata la scomparsa di un bambino, scatta subito l’allarme istituzionale con tutta una serie di procedure. Nel frattempo, in ogni paese, ci si è dotati di videocamere che, nel 1996, probabilmente non esistevano.

- Angela è stata rapita per abietti scopi. Così fosse, spunta l’atroce sospetto che sia stata attirata in trappola da persona conosciuta.

- ultima ipotesi, da cui ci dissociamo, ma messa in campo, per esempio, nel caso di Madeleine McCann ( bambina inglese di tre anni, sparita in una località dell’Algarve, Portogallo, nel 2007, dalla cameretta dell’appartamento vacanze dove dormiva con i due fratellini, mentre i genitori si erano concessi una serata al ristorante): potrebbe essere accaduto un incidente che la famiglia ha voluto celare.

Infine, è storia recente, si è deciso di rispolverare la “profezia” di una cugina, che avrebbe riferito di un sogno fatto il giorno prima della disgrazia. Tralasciamo l’importanza attribuita ai sogni e fingiamo che siano una trovata dei testimoni, per far emergere con cautela verità scomode, senza rischiare incriminazioni; il problema è che, un momento dopo che storie simili vengono a galla, colui che ha sognato in genere ritratta, come accaduto ad Avetrana.

La cugina di Angela, dunque, di sei o sette anni maggiore, avrebbe avuto la premonizione della scomparsa della piccola parente; incalzata, ha ribassato la suggestiva circostanza a racconto di una favoletta in cui sostituiva, a Cappuccetto Rosso,  Angela stessa, per calmarla, in quanto ne aveva rilevato l’irrequietezza proprio il giorno prima della scampagnata.

Dopo la tragedia di una scomparsa simile, c’è un altro dolore che viene sottovalutato: quello dei figli che restano e assistono impotenti alla disperazione dei genitori.