Economia

5ª Giornata contro lo spreco alimentare. Gli italiani, finalmente, hanno iniziato a sprecare di meno

Il 5 febbraio è la Giornata contro lo spreco alimentare. Istituita nel 2014 dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna - Distal, quello del 2018 è il quinto appuntamento.


In base a quanto dichiarato in un comunicato stampa dai promotori dell'iniziativa, il 2018 è da considerare l’anno zero per le rilevazioni sullo spreco del cibo in Italia: perché per la prima volta arrivano i dati reali sullo spreco alimentare nelle nostre case, integrati da rilevazioni nella grande distribuzione e nelle mense scolastiche.
I monitoraggi sono stati fatti su un campione statistico di 400 famiglie in tutta Italia e su campioni significativi di scuole, iper e supermercati. Questi i risultati del sondaggio.

Ogni giorno gli italiani gettano 100 grammi di cibo che, moltiplicati per 365 giorni sono pari a 36,92 kg di alimenti che finiscono nella spazzatura, per un costo di 250 € all’anno. Ogni famiglia, in media, getta 84,9 kg di cibo nei 12 mesi, con uno spreco di circa 2,2 milioni di tonnellate di alimenti per un costo di 8,5 miliardi di euro, circa lo 0,6% del Pil.

Lo spreco per famiglia è di circa 1,5 kg di cibo a settimana e l'occasione in cui il pasto non viene consumato per intero è soprattutto la cena, dove si spreca 1,5 volte più che a pranzo.

Cos'è che non piace nel piatto degli italiani? Prima di tutto la verdura, di cui ciascuno di noi sperpera ogni giorno quasi 20g, pari ad un quarto dello spreco totale giornaliero che corrisponde a 7,1 kg ogni anno. Seguono latte e latticini con 13,16 g al giorno pari al 17,6% dello spreco totale giornaliero, per 4,8 kg all’anno. Poi vi è la frutta (12,24 g) e i prodotti da forno (8,8 g).

Qual è il motivo per cui il cibo viene gettato? La data di scadenza (raggiunta o superata) o l'essere andato a male rappresenta il 46% dei casi, il 26% è relativo al cibo che non è piaciuto.


Ma lo spreco non riguarda solo le famiglie, ma anche la grande distribuzione. In questo caso la misurazione riguarda lo spazio riservato alla vendita dei prodotti alimentari. È così pari a 9,5 kg/anno per ogni mq di superficie di vendita lo spreco di cibo negli ipermercati e 18,8 kg/anno per mq nei supermercati.

Riportato per ogni cittadino italiano significa che lo spreco è pari a 2,89 kg/anno pro capite, 55,6 grammi a settimana e 7,9 gr al giorno. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile a scopo alimentazione umana.
In termini economici, l’incidenza dello spreco alimentare sul fatturato dei punti vendita è sotto l’1% per gli ipermercati, e di circa 1,4% per i supermercati. Le rilevazioni hanno preso in esame 16 punti vendita, di cui 3 ipermercati (oltre 2.500 m2) e 13 supermercati (da 600 a 2.500 m2).


L'altro parametro della rilevazione 2018 è relativo alle mense scolastiche che ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria, 35 dei quali in Emilia-Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli-Venezia Giulia. Hanno partecipato al sondaggio 11.518 soggetti fra studenti e personale scolastico, per un totale di 109.656 pasti monitorati.

I risultati evidenziano che quasi 1/3 del pasto viene gettato, pari al 29,5%, 120 grammi di cibo per ogni studente a fronte di pasti che offrono circa 534 grammi di cibo pro capite. Lo spreco è ripartito fra avanzi dei piatti (16,7%), cibo intatto lasciato nella mensa (5,4%) e cibo intatto portato in classe (pane e frutta, 7,4%). Il cibo meno gradito agli studenti è la frutta, in testa al gradimento dei bambini il "secondo".


All'indagine dei promotori della Giornata dello spreco alimentare, si affianca quella promossa da Coldiretti/Ixè che ne conferma, nella sostanza, l'indirizzo emerso: il 40% degli italiani ha diminuito gli spechi di alimenti, mentre il 31% li ha addirittura annullati. Il 22% li ha mantenuti costanti ed infine, c’è anche un 7% che dichiara di averli aumentati.

«Si tratta di un risultato importante, frutto di una maggiore sensibilità in Italia a poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge 166/16 sugli sprechi alimentari che – spiega Coldiretti – vuole rafforzare il lavoro di contrasto allo spreco facendo crescere la consapevolezza dei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, semplificando le donazioni per le aziende agricole, industriali e della distribuzione commerciale ma anche nella ristorazione promuovendo l’asporto degli avanzi di cibo con le cosiddette family bag.»

Il problema dello spreco del cibo non può però definirsi risolto, anzi, resta comunque rilevante, dimostrando che è più che mai necessario aumentare gli sforzi, anche sul piano dell'informazione e della prevenzione, per arginare il più possibile il problema. Dati confortanti sono costituiti comunque dall’aumento del 20% delle donazioni delle scorte alimentari a rischio scadenza ai più bisognosi tramite il Banco alimentare e l’alto numero di italiani (il 63%) che hanno ridotto lo spreco riutilizzando quanto avanzato nel pasto successivo.

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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