La "guerra" diplomatica dei curdi a sostegno del Rojava
"Le Forze Democratiche della Siria e le loro componenti YPG e YPJ nella lotta contro il terrorismo hanno perso oltre 11.000 combattenti e oltre 20.000 sono rimasti feriti. Il mondo deve qualcosa ai curdi e alle altre comunità nelle zone di amministrazione autonoma in Siria del nord e dell'est che hanno combattuto in nome di tutto il mondo per la pace e la sicurezza e hanno fatto questo grande sacrificio.
La comunità internazionale dovrebbe assumersi le sue responsabilità, proteggere le curde e i curdi e le altre etnie da massacri e pulizia etnica che l'esercito turco e i suoi alleati jihadisti compiono nella zona di amministrazione autonoma.
L'incaricato speciale dell'ONU per la Siria, Geir Pedersen, ha detto che la crisi siriana viene risolta attraverso il Comitato costituzionale e la Conferenza di Ginevra. In questo contesto vogliamo chiedere al signor Pedersen quali siano i criteri che sono stati adottati nella scelta dei partecipanti al comitato e nei colloqui di Ginevra.
È giusto escludere i curdi che hanno combattuto contro il terrorismo e che hanno fatto grandi sacrifici e invitare tutti i gruppi radicali sostenuti dalla Turchia che sono legati al Fronte Al-Nusra, Ahrar al-Sham e ad altri gruppi estremisti?
L'esclusione dell'Amministrazione Autonoma dal comitato costituzionale per la Siria non significa altro che ignorare la volontà di cinque milioni di persone.
Noi invitiamo il signor Pedersen a coinvolgere i rappresentanti della Siria del nord e dell'est, dato che il popolo curdo non accetterà risultati o si impegnerà in quel senso, fino a quando resterà escluso dal comitato. Fino a quando i rappresentanti dell'Amministrazione Autonoma non verranno coinvolti in questo processo, il conflitto si inasprirà ulteriormente. Non saremo in grado di contribuire alla soluzione di problemi che si potranno verificare."
Quanto sopra riportato è ciò che ha dichiarato in una nota l'Amministrazione Autonoma curda per commentare la prima riunione dei lavori del Comitato costituzionale che dovrebbe discutere dell'assetto della Siria dopo la guerra civile degli ultimi anni.
Nel frattempo, il 1 novembre, a Roma, si terrà una manifestazione a sostegno dei curdi sotto attacco in Siria per chiedere:
• di fermare definitivamente la guerra e il ritiro immediato delle truppe della Turchia dal Nord–Est della Siria;
• l'istituzione di una No-Fly-Zone nel Nord–Est della Siria sotto l'egida delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, oltre allo schieramento di una forza di interposizione;
• di fermare la cooperazione militare e diplomatica dell'Italia e dell'Unione Europea con la Turchia;
• la creazione di un corridoio umanitario per l'evacuazione dei feriti dalle zone di guerra;
• la liberazione immediata di Abdullah Ocalan, in quanto unica persona in grado di ristabilire la pace nel territorio, dei Co-presidenti dell'HDP Selahattin Demirtaş e FigenYüksekdağ e di tutti gli oppositori politici oggi nelle carceri turche.