Non è una questione di dividersi tra destra e sinistra, tra due culture e visioni del mondo, perché qui il punto è ben altro. Nella storia gli estremismi di una parte e dell’altra hanno prodotto dolori, ingiustizie e anche massacri. Non ci sono dubbi al riguardo e in ogni caso si tratta di cose che non vorremmo mai più rivedere; e fare classifiche di chi e quando siano stati i peggiori non ci porta da nessuna parte.

Certi moti di nostalgia dovremmo dedicarli a ben altri momenti della nostra storia, anche personale, perché la nostalgia è un bel sentimento. Significa accarezzare col pensiero momenti belli, di cui sentiamo la mancanza e vorremmo poterli rivivere.

Non riesco però a comprendere come questo sentimento possa essere invece rivolto ad altro, a situazioni che come si fa a pensare di voler rivivere? Cosa ci può essere di bello e piacevole tanto da rievocare momenti davvero drammatici e terribili? Ma in questo una differenza tra destra e sinistra ce la vedo.

Perché, e mi si corregga se sbaglio, non mi pare che ci sia qualcuno che si rifaccia e rimpianga le purghe di Stalin, la ferocia di Berija o i massacri di Pol Pot. Quel Pol Pot, e i massacri in Cambogia, a cui il nostro ineffabile ministro della cultura (il minuscolo è voluto) si è rifatto per ribattere alle accuse di nostalgie fasciste tra le fila del suo partito.

Dove ci sono tanti invece che lo fanno, tra simboli motti e decime e rievocazioni di un passato, una stagione che ha prodotto lutti e che l’umanità intera vorrebbe non dover ricordare. Senza vergognarsene!

E non mi si venga a dire che… anche quelli però… perché quelli, i Berija e i Pol Pot non li rimpiange proprio nessuno!!!

E lei, caro ministro, cosa rimpiange?