Politica

Coremo tutti ar Papeete che ce famo 'n serfie co' Sarvini

«Alle sette e mezzo antimeridiane del 6 luglio 1849, spirava in Roma all'Ospedale della Trinità dei Pellegrini la grande anima di Goffredo Mameli».

Così Nino Bixio descrive nel suo diario la morte di Mameli, che la tradizione vuole sia stato salutato dagli ultimi eroici difensori della Repubblica Romana che, durante la ritirata, passando sotto le finestre dove stava trascorrendo gli ultimi istanti di vita intonarono il suo Canto degli Italiani.

Mameli aveva 21 anni e non aveva esitato un istante a mettere la propria vita al servizio di un'ideale, fino a sacrificarla - contro ogni logica - esponendola al tiro dei cannoni francesi.

Ieri, con le infradito, la pancia rincalzata dentro dei mutandoni da spiaggia, con in mano un long drink e dopo aver impostato il cipiglio d'ordinanza, sottolineato dal classico prolasso mandibolare che ne caratterizza l'acume intellettuale, il ministro dell'Interno Matteo Salvini mostrava tutta la sua soddisfazione mentre i dj di una discoteca sulla spiaggia lo salutavano, per l'onore di avergli fatto visita, con le note dell'Inno di Mameli, su cui le cubiste hanno pensato bene, dimenandosi senz'arte né parte, di inscenare una specie di danza tribale.


L'articolo 54 della Costituzione impone ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche il dovere di adempierle con disciplina ed onore. Il senso della disciplina e dell'onore di Matteo Salvini è stato ampiamente dimostrato al Papeete Beach di Milano Marittima.

C'è bisogno di aggiungere altro?

È inutile farlo, perché le orde che sostengono quel tale che ricopre l'incarico di ministro, grazie al supporto di personaggi del suo stesso livello che si erano spacciati come i moralizzatori dell'Italia e che da neo Savonarola si sono poi rivelati delle brutte copie di Alvaro Vitali, sono pronte a giustificare tutto ciò che Matteo Salvini fa e, pertanto, non avranno alcun problema a gioire per essere state ancora una volta ridicolizzate e insultate dal loro stesso eroe.

Viva l'Italia, ma non quella dei Salvini, dei 5 Stelle e di tutta la becera marmaglia che l'applaude. Viva l'altra Italia, quella vera, che ancora esiste.

Autore Romolo Dettori
Categoria Politica
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