Così Salvini sintetizza su Twitter la sua intervista a Radio Anch'io, in relazione alla vicenda che vede Gianluca Savoini, da anni stretto collaboratore della Lega proprio in relazione ai rapporti di quel partito con la Russia di Putin, indagato per aver tentato di architettare un sistema per finanziare la Lega con dei soldi provenienti dalla vendita di petrolio russo:
"È tutto ridicolo. Non abbiamo mai chiesto un rublo, un dollaro, un gin tonic, un pupazzetto a NESSUNO. Rispetto il lavoro di tutti. Ho la coscienza a posto. Querelerò chi accosterà soldi della Lega alla Russia. Bilanci Lega TRASPARENTI".
"Quando andiamo all'estero parliamo di politica e accordi commerciali per imprese italiane. C'è molta fantasia. Siamo seri dai... E gli hacker russi che manipolano le elezioni, e il petrolio, e gli americani... Siamo seri..."
Che i bilanci della Lega siano trasparenti quando Salvini non ha saputo spiegare che fine abbiano fatto i 49 milioni indebitamente ottenuti per rimborsi elettorali è un'affermazione che appare un po' esagerata, senza poi voler entrare nel merito di ciò che hanno rivelato alcune inchieste di Report in merito alla gestione dei fondi pubblici da parte della Lega... anche in Lombardia.
Inoltre, in merito alla riunione del Metropol, non smentita da Savoini, c'è da dire che al tavolo, tra i russi presenti, ve ne era uno legato ad un avvocato di Mosca che a sua volta avrebbe strette relazioni con un personaggio ai vertici delle istituzioni russe, come spiegato nel Libro Nero della Lega scritto da Tizian e Vergine.
Che Salvini voglia sminuire la vicenda è più che logico e comprensibile. Che poi sia una vicenda di quart'ordine è meglio che lo stabiliscano la magistratura e il Parlamento.
E mentre la magistratura aveva già da tempo provveduto, la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Casellati, ne ha impedito la discussione in Aula con questa motivazione: «Il Senato non può essere il luogo del dibattito che riguarda pettegolezzi giornalistici. Qui non si discute liberamente di questioni che non hanno alcun fondamento probatorio, qui dobbiamo parlare di fatti che abbiano una giustificazione.
È inammissibile che noi possiamo ridurre questa assemblea alta a discorsi che emergono da cosiddette inchieste giornalistiche dove le vostre interrogazioni usano sempre il condizionale sembrerebbe».
In ogni caso, il Pd ha chiesto che sulla vicenda si costituisca una Commissione parlamentare... purché non faccia la fine di quella che avrebbe dovuto indagare sulla vicenda banche che ancora non è partita.
Aggiornamento.
Successivamente, Salvini ha voluto ulteriormente ribadire la propria distanza da Savoini dichiarando: "Savoini non era invitato dal ministero dell'Interno", riferendosi al suo viaggio a Mosca, nell'ottobre 2018 e al recente incontro con Putin a Villa Madama.
Riferendosi poi alla visita a Mosca dell'ottobre 2018, Salvini ha aggiunto: "Posso produrre i documenti di tutti i passeggeri che hanno viaggiato con me. Che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui. Faccio il ministro dell'Interno e preferisco occuparmi di cose serie. Questa inchiesta è ridicola".
Purtroppo per Salvini, però, è lo stesso Savoini che dimostra, tramite il proprio profilo Twitter, di essere sempre stato presente e vicino all'attuale ministro dell'Interno ogni volta che costui è andato a Mosca in visite ufficiali.
Quanto sotto riportato è relativo a luglio 2018 (Savoini è in primo piano, l'ultimo a sinistra)...
E' stato per me un enorme piacere poter accompagnare il Ministro Matteo Salvini @matteosalvinimi nel corso della sua visita ufficiale a Mosca @mfa_russia . Proprio nel giorno in cui a Helsinky Putin @PutinRF_Eng e Trump @realDonaldTrump confermavano la nostra linea di dialogo./ pic.twitter.com/HFKVhbXhFr
— Savoini Gianluca (@SavoiniGianluca) July 17, 2018