Coronavirus, 71 suicidi da marzo, la pandemia lascia il segno
Oltre al terrore di una malattia che, a quanto pare resta invincibile almeno fino al tanto atteso vaccino, il Covid-19, sta avendo conseguenze psicologiche 'estreme' su molte persone.
La crisi economica, l’isolamento forzato, il distanziamento sociale e il diffuso senso di angoscia, avrebbero indotto 71 casi di suicidio a partire da marzo (a cui andrebbero aggiunti altri 44 tentati suicidi).
E’ quanto si apprende dai dati diffusi nei giorni scorsi nell’ambito del Convegno internazionale sulle tematiche legate al suicidio, organizzato presso l’Università La Sapienza di Roma e dalla Fondazione Menarini.
Sicuramente il fattore economico è alla base dell'estremo gesto ma non è l'unico motivo: pesano anche lo stigma, il senso di esclusione, il dolore sociale oltre quello fisico.
Fattori questi che possono spingere alla progettazione di un gesto estremo. La prevenzione è tuttavia possibile, non solo imparando a riconoscere i segnali d’allarme ma anche recuperando il significato di rete sociale, soprattutto in questo difficile periodo.
L’incremento dei suicidi non è, di per sé, un dato inaspettato. Di fronte a emergenze diffuse questo fenomeno è sempre in agguato: durante la crisi del 2008, l’incremento dei suicidi fra i soggetti di sesso maschile è stato del 12%.