Non credo possa stupire se La Russa dribblasse in qualche modo l’anniversario del 25 Aprile. Dopotutto si è sempre dichiarato implicitamente ostile a questa memoria, come del resto tutto il suo partito. E negli ultimi tempi lo ha anche ribadito piuttosto esplicitamente. Degna di nota la sua ultimissima: «L’antifascismo non c’è nella Costituzione».
Non stupisce nemmeno questo. Però è uno stillicidio di dichiarazioni gravi che si susseguono da tutto il fronte del partito, dai ministri al governo, e dal tacere e sminuire di una premier che le conferma solo più diplomaticamente. Questo oggi; ma sappiamo che ieri all’opposizione era anche peggio.
Sono posizioni e tentativi di affermazione farsesche di un pensiero pericoloso. E proprio perché il pensiero è pericoloso è saggio non distrarsi troppo.
L’antifascismo esiste perché il fascismo - e non il regime fascista soltanto - è netto, preciso e ideologicamente maligno, ovvero eticamente inaccettabile. Tra le tante questioni aberranti sono più note quelle della purezza etnica della razza, che determinerebbe gravi ripercussioni sul genoma umano, e il nazionalismo fondamentalista, che prevede anche l’assolutismo culturale il quale chiude all’accrescimento e all’interscambio necessari per i processi dell’evoluzione umana. Quello che è poi successo con l’asse nazifascista è stata solo la trasposizione di tale ideologia maligna nel modo più atroce e raccapricciante possibile.
Non ha il minimo significato. né aderenza logica, il paragone che si fa spesso tra il fascismo e il presunto opposto comunismo. Oltre a non essere realmente opposti (se non per spettro politico) la differenza si basa principalmente sull’accettabilità etica dell’ideologia comunista rispetto a quella inaccettabile fascista; senza considerare che non è mai esistito al mondo un governo che abbia effettivamente trasposto l’ideologia comunista in una qualunque realtà, ma unicamente in regimi brutali (eg: stalinismo, maoismo, etc.) che ne hanno interpretato solo alcuni aspetti. Il comunismo rimane una mera teoria ideologica dalle molteplici sfumature (eg: a partire da marxismo, classico e scientifico).
Come sempre: è solo un problema etico. E l’etica è distinzione tra bene e male da molteplici punti di vista: antropologici, scientifici, psicologici e filosofici.
Queste, in breve, le ragioni per cui il fascismo va respinto con tutte le forze. E questo significa contrastare e stigmatizzare qualunque soggetto, rappresentante dello Stato o di questo governo, che non assuma una posizione netta contro il fascismo stesso, rendendo dichiarazioni ambigue se non addirittura favorevoli al fascismo.
A La Russa non possono dunque perdonarsi già molte affermazioni del recente passato, e più che mai quella da poco profusa e che ribadiamo nuovamente: «L’antifascismo non c’è nella Costituzione».
Anche se avesse ragione - e non è così! - tale affermazione è inequivocabile nel suo grave tentativo di affrancare la possibilità di essere fascista. Tanto la Costituzione non lo vieterebbe.
Basterebbe chiudere in questa maniera.
Ma facciamo di più.
L’antifascismo, essendo quella malignità di cui abbiamo parlato, è ben menzionato nella Costituzione. Lo ritroviamo a partire dalla III disposizione delle “disposizioni transitorie e finali”, come uno dei requisiti possibili per costituire il primo Senato della Repubblica: «[…] sono nominati senatori […] i deputati (tra gli altri) che hanno scontato la pena della reclusione non inferiore a cinque anni in seguito a condanna del tribunale speciale fascista per la difesa dello Stato [...]», sancendo l’onore di aver combattuto contro il fascismo.
La disposizione XII è ancora più netta: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Con l’art. 1 della cd. Legge Scelba (L. 645/1952) tale disposizione venne attuata con precisione chirurgica, prevedendo anche i diversi reati penali e altre sanzioni, disposte dalla medesima legge, tra cui la ben nota “apologia del fascismo”.
Questo per rinfrescare bene la memoria a La Russa, seconda carica dello Stato, che la Costituzione dovrebbe conoscerla a memoria.
La libertà di parola e opinione politica ritengo sia sacra. Dobbiamo essere strenui difensori di tale libertà e ripudiare ogni altro genere di censura. Questo non vuol dire che chiunque possa permettersi, ad esempio, di opinare sull’opportunità di praticare l’eutanasia agli anziani di oltre i 90 anni che hanno già percepito la pensione da almeno 20 anni, così da risparmiare gli esborsi statali e le cure mediche tipiche dell’età. Non sarebbe etico, ovviamente!
A tutto, dunque, c’è un limite. Ed evidentemente esiste anche una Costituzione e una Legge che dovrebbe punire chi ultimamente sta abusando di una libertà non concessa, ma proprio vietata!