Pasqua, Ferragosto, Natale, Capodanno con i relativi ponti vacanzieri sono appuntamenti ricorrenti ai quali gli italiani non rinuncerebbero per nulla al mondo.

C’è però un rendez-vous, altrettanto ricorrente, del quale invece gli italiani farebbero volentieri a meno.

È l'appuntamento con esondazioni, frane, smottamenti, alluvioni, che ogni anno, nei mesi autunnali, mette in ginocchio il nostro Belpaese cagionando morti, feriti, disastri e danni.

È ipocrita asserire che si tratti di fenomeni naturali contro i quali l’uomo sia impotente, come vorrebbero farci credere i politici, soprattutto quelli che sono al governo di città, regioni, Paese e che, credono di cavarsela semplicemente limitandosi a chiedere, di volta in volta. lo stato di emergenza e di calamità naturale.

Sono ipocriti perché innanzi tutto a monte di queste catastrofi c’è un dissesto idrogeologico del territorio che è in continuo peggioramento proprio per la insipienza ed il disinteresse loro, governanti sia locali che nazionali.

Ma sono ipocriti anche perché è responsabilità loro aver favorita la cementificazione inconsulta dei territori, spesso per tornaconto personale, strafottendosene dei danni che stavano recando all’equilibrio ambientale ed alla tutela paesaggistica.

Così come sono ipocriti quando indossano la fascia tricolore e versano lacrime di coccodrillo sulle bare dei concittadini vittime dei loro disastri.

E sono ipocriti anche quando giustificano ai cittadini i mancati interventi di bonifica e risanamento del territorio con la carenza di fondi.

Ogni anno, infatti, nel nostro Paese loro sperperano miliardi di denaro pubblico per realizzare opere, di scarsa utilità sociale, ma ideate solo per favorire costruttori loro amici, per procurare tangenti, per assicurare voti.

La verità è che se gli stessi miliardi fossero investiti, ad esempio, per mettere in sicurezza gli argini dei corsi d’acqua, per il reinboschimento delle aree, per  il consolidamento dei terrapieni, etc., risanando il territorio si creerebbero nuovi posti di lavoro da nord a sud.

Già, ma per i nostri politici è inaccettabile che le opere di risanamento, una volta ultimate , non offrano loro nastri da tagliare, né pomposi discorsi con cui millantare i loro meriti, ma soprattutto ricche tangenti da portare a casa.

D’altra parte, mentre dall’Alto Adige alla Sicilia sono sufficienti piogge e temporali per mettere in ginocchio milioni di italiani, c’è ancora qualche mentecatto che farnetica di costruire il ponte sullo stretto di Messina.

Intanto, per non farci mancare nulla, ci costringono anche ad assistere al crollo del viadotto Morandi, ad alberghi sepolti da valanghe, a voragini che si aprono nelle strade urbane ed extraurbane, ad autostrade a rischio di collasso strutturale, al periodico crollo di ponti qua e là per il paese, etc. etc.

A farmi ancora più incazzare, però, è che mentre loro continuano a restare sulle loro poltrone con immutata boria ed inettitudine, le vittime delle loro irresponsabilità giacciono sotto terra.