"Gli investigatori stanno indagando sulla morte di Darya Dugina. Se la responsabilità dell'Ucraina venisse confermata, e questa versione è supportata dal capo della DPR Denis Pushilin, e deve essere verificata dalle autorità competenti, allora stiamo parlando di un atto di terrorismo di Stato compiuto dal regime di Kiev", ha scritto domenica la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sul suo canale Telegram, per poi aggiungere: "Aspettiamo con impazienza i risultati delle indagini".

La dichiarazione di Maria Zakharova si riferiscono all'omicidio di Darya Dugina, figlia del "filosofo" russo Alexander Dugin, che ha stretti legami con il Cremlino e le forze armate russe, definito dai media come "Rasputin del Cremlino" e "ideologo di Putin", ed indicato come suo consigliere o ispiratore filosofico.

La Toyota Land Cruiser Prado su cui viaggiava Darya Dugina, ventinovenne giornalista e analista politica che collaborava con i media di regime supportando la linea politica di Putin, è esplosa mentre percorreva l'autostrada Mozhaisk, nei pressi del villaggio di Bokshiye Vyazemy, 20 chilometri a ovest di Mosca.

Darya e Alexander Dugin stavano rientrando nella capitale dalla tenuta di Zakharovo, dove si era svolto un convegno sul tema della tradizione, al quale sabato sera era intervenuto il filosofo. All'ultimo momento, invece di viaggiare insieme alla figlia (la Toyota esplosa era intestata a lui) , Dugin è salito su un'altra vettura.

Per i media russi, ci sono solo certezze: "L'attacco è stato quasi certamente organizzato dai servizi speciali ucraini, ma non c'è dubbio che hanno agito su istruzioni e nell'interesse delle agenzie anglosassoni", ha dichiarato tramite Ria Novosti l'editorialista Piotr Akopov.

L'Ucraina, però, ha respinto qualsiasi responsabilità: "A differenza della Russia, non siamo uno Stato criminale e sicuramente non uno Stato terrorista", ha detto Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. 

Chi sia il reale responsabile del tentativo di uccidere Alexander Dugin, perché il vero obiettivo dell'attentato era certamente lui, non lo sapremo forse mai, e non di certo nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. 

Il Cremlino "dimostrerà" che l'attentato è stato organizzato da Kiev: questo è ciò di cui possiamo già esser sicuri. Oggettivamente è una possibilità, ma che interesse avrebbe avuto Kiev nell'uccidere Dugin? Non avrebbe fermato l'invasione in corso ed il solo vendicarsi di un consigliere di Putin sembra un motivo inutile per pianificare e organizzare un attentato che deve aver comunque richiesto risorse ed una non indifferente attività di intelligence.

Kiev però, se fosse responsabile, potrebbe averlo organizzato per dimostrare di poter raggiungere chiunque nella stretta cerchia degli oligarchi del Cremlino. E questo potrebbe giustificarne la pianificazione, con lo scopo di destabilizzare coloro che supportano le politiche e le decisioni di Putin. 

L'altra possibilità è che la matrice dell'attentato sia esclusivamente russa. In questo caso, sarebbero coinvolti membri importanti delle istituzioni statali russe e significherebbe l'inizio di una lotta di potere interna.

Questa sarebbe l'ipotesi peggiore per il Cremlino, perché vorrebbe dire che il potere di Putin in patria non sarebbe così saldo come finora si credeva.