Il cardinale Reinhard Marx è arcivescovo metropolita di Monaco e Frisinga e presidente della Conferenza episcopale tedesca, pertanto è una delle voci più autorevoli della Chiesa cattolica in Germania. Per questo, è interessante riportare la sostanza dell'intervista da lui rilasciata nei giorni scorsi al settimanale tedesco Die Zeit sull'incompatibilità tra l'esser nazionalisti e l'esser cattolici.
Marx ha detto di vedere con preoccupazione l'accrescersi del radicalismo che si manifesta, anche, nei confronti dei profughi, descritti come una minaccia alla nostra prosperità che deve essere scongiurata.
Per Marx, il diavolo è un populista ed agisce come i populisti, prima spaventando, poi portando alla diffidenza e all’odio. Per questo il nazionalismo non è un'opzione per i cristiani: "L'uomo è per sua natura solidale e disponibile. Ma è vulnerabile quando la paura offusca i suoi sensi".
"Il nemico della natura umana è il diavolo, afferma Sant’Ignazio di Loyola, perché ci fa vedere l'altro come il nemico. Questo è ciò che fa anche il populismo. Prima cerca di spaventarci, poi arrivano sfiducia, invidia, inimicizia, odio... aprendo la strada alla violenza e alla guerra".
"Come cristiani, siamo sia patrioti sia cittadini del mondo. In politica, la tendenza attuale si orienta lungo l’ambito nazionale, verso l'autoaffermazione. Questo è un modo di guardare a cose che non sono le nostre: vogliamo mantenere la prosperità e si suppone che sia minacciata da fuori."
"L'Europa non deve diventare una fortezza, questa è sempre stata la nostra convinzione, e ora siamo sulla buona strada", e citando Jean Monnet, Marx ha auspicato un'Europa che possa contribuire a costruire un mondo migliore: "creativo, aperto e curioso".
Reinhard Marx, nell'intervista, si riferiva ovviamente al suo Paese, la Germania. Ma le sue parole possono tranquillamente essere riproposte anche per l'Italia, dove i populisti sono addirittura al governo.