Dott.ssa Antonella Girolami   La disgrafia evolutiva, come la dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in assenza di deficit intellettivi e neurologici, che incide sulle funzioni fondamentali della scrittura. Si manifesta, quindi, come difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici che quelli numerici. E’ un disturbo legato a difficoltà nella motricità fine spesso associata a difficoltà nelle competenze prassiche, che impedisce di automatizzare la routine motoria necessaria per la realizzazione del segno scritto.

La Disgrafia Evolutiva è caratterizzata dalle seguenti incapacità:

  • nell’eseguire una precisa ed impeccabile decodifica del testo;
  • difficoltà spaziale (scrivere correttamente rispettando gli spazi e i margini del foglio, – righe e quadretti);
  • nell’impugnare correttamente la penna o la matita;
  • nel copiare dalla lavagna;
  • nello scrivere sotto dettatura;
  • nello scrivere correttamente lettere e numeri.


COSA FARE?
Il trattamento vero e proprio è di tipo strettamente riabilitativo e si è rivelato efficace. Dalla Consensus Conference è emerso che: “i trattamenti più efficaci sembrano essere quelli mirati a riabilitare la funzione o vicariare la funzione con metodi strutturati o basati sul deficit”. Gli interventi variano a seconda delle caratteristiche individuali, va quindi strutturato un intervento in seguito alla stesura di un profilo personale dei deficit . Sicuramente è raccomandato un intervento il più possibile tempestivo e specialistico, in quanto l’insuccesso prolungato genera scarsa autostima e mancanza di fiducia nelle proprie possibilità che nel tempo può strutturarsi e dare origine ad un’elevata demotivazione all’apprendimento scolastico.

Questo disagio può tradursi anche in disturbi del comportamento e/o in manifestazioni emotivo-affettive particolari quali la forte inibizione, l’aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe (come si usa dire: “fa il buffone”), il rifiuto della scuola, la chiusura in sè stessi, gli atteggiamenti di disinteresse verso tutto ciò che può richiedere impegno. Una nodo principale in questo processo è il concetto di  pregrafismo. Il pregrafismo è una tappa importante nello sviluppo del bambino, a partire dai primi anni della scuola dell’infanzia. Fra i 4 e i 6 anni nella scuola dell'infanzia, i bambini vengono stimolati nelle attività di pregrafismo non solo per imparare a scrivere. L’uso di penna e foglio è la continuazione di un processo di crescita iniziato con la manipolazione della pappa e dei materiali semplici. Usando le mani, il bambino esercita il coordinamento tra occhio e mano e allena la percezione visiva.   Contemporaneamente impara a eseguire il tratto grafico  e a colorare seguendo un ritmo, orientandosi nello “spazio-foglio”.

Ma chi l’ha detto che pregrafismo è sinonimo di carta e matita?
Importante evidenze scientifiche dimostrano che prima di svolgere attività di pregrafismo con la matita, è bene che il bambino interiorizzi tramite il suo corpo la forma di lettere ma anche dei numeri.