Un'Italia bloccata
Massimo Gramellini, nella sua rubrica quotidiana, sul Corriere della Sera, Il caffè, ha messo in evidenza nel suo pezzo “Su la testa” un gravissimo problema che assilla il nostro paese.
Dal 1945 sono passati ben più di settant’anni eppure sembrerebbe che in giro per l’Italia scorrazzino ancora le Brigate nere e sui monti ci siano a difenderci ancore le Brigate Garibaldi, per citare le più note formazioni combattenti negli ultimi due anni di guerra civile.
Sembra quasi che l’Italia, nonostante abbia mandato a casa la monarchia, instaurata una repubblica e scritto una costituzione di comune accordo tra forze liberali e democratiche e forze socialiste e comuniste, continui a vivere in un eterno passato che non finisce mai e che non permette all’Italia di crescere.
Questa continua contrapposizione tra destra e sinistra con toni di alta inciviltà non permettono un sano dibattito alla forza delle idee.
Si contrappongono totem culturali, dei tabù primigeni.
Non si ha un’avversario con cui contrapporsi ma un nemico da abbattere, afferma Gramellini... ed è assolutamente vero.
Di chi è la colpa di questa situazione?
Credo che sia di chi pensa di porsi a difensore di supreme verità ideali ed in quanto tale si ritiene detentore di una superiorità morale che rende tutti gli altri inferiori e non degni di essere ascoltati.
Devo confessare anche che questo atteggiamento di superiorità lo riscontro soprattutto nella sinistra che avendo monopolizzato la società italiana, andando ad occupare i luoghi della cultura, scuola – università – spettacolo, non sopporta lo sviluppo di una critica intellettuale da parte delle forze di destra e da una rinascita dei liberali.
Dobbiamo assolutamente spezzare questa situazione che tiene in ostaggio tutto il paese. Il progresso lo si ottiene solo con il confronto e non con lo scontro. Idiomatici sono i programmi televisivi politici dove i protagonisti dell’agorà non vengono per confrontare le proprie opinioni con quelle degli altri, ognuno arriva con il proprio dogma e ne esce con lo stesso dogma, ma solo dopo aver insultato aprioristicamente l’avversario, senza averne ascoltato le ragioni.
Si contesta il dogma dell’infallibilità del papa e non ci rendiamo conto che di papi in giro per l’Italia ne abbiamo un esercito, tutti detentori della verità.
Come diceva il grande autore Franco Battiato: “Povera Italia…”
Fonte: www.corriere.it/caffe-gramellini/21_maggio_29/su-testa-f4e08012-bfea-11eb-b7a1-7e76296b457a.shtml