Questo articolo è una provocazione, per capire se davvero stiamo facendo le cose come si dovrebbe, dal momento che la storia di questa epidemia, ad oggi, ci "premia", finora, quale Paese con più morti e più malati attivi nel mondo. La competizione, sui media e tra i politici, è a chi fornisce più risposte; forse è il caso di porre una domanda. La domanda.

Ci sono due scuole di pensiero: quella di Burioni, quella di Gismondo (nella prima versione dei primi giorni del contagio).

E' un esempio tipico di teoria dei giochi. Chi ha ragione, o meglio, dove sta l'equilibrio di Nash tra i due approcci?

La prima scuola ritiene che il virus colpisca gravemente una larga fetta della popolazione, e che la soluzione passi per un sistema universale di rigide restrizioni, anche per sopperire alla generale non attitudine degli italiani a rispettare le regole, oltre al numero limitato di posti in terapia intensiva. A questa appartiene larga parte del mondo medico.

La seconda ritiene che il virus colpisca in modo statisticamente rilevante solo alcune situazioni a rischio, malati o anziani; e dunque che  il virus colpisca più il mondo ospedaliero e i suoi abitanti, malati e personale, che la popolazione nel suo complesso, con la probabile aggravante che ospedali e pronto soccorso possano essere focolai per la "natura nosocomiale" di questo virus. La soluzione passa dunque per l'ospedalizzare il meno possibile, portando le cure il più possibile a domicilio: il "lockdown" potrebbe non essere così decisivo.

Chi è della prima scuola, capace e coraggioso senz'altro, "un Che della salute pubblica", accuserebbe  i secondi: i malati dovrebbero morire a casa soli? 

I secondi, Machiavelli, risponderebbero: è quello che sta già accadendo, senza terapia intensiva, anche per molti che in ospedale si trovano.

Il gioco è ulteriormente complicato: un lockdown sufficientemente ampio produce un danno economico e sociale che impatta sugli equilibri di un paese nei mesi e negli anni a venire. Vanno calcolati anche i morti dopo l'epidemia, quelli non del virus, ma di un sistema socio-sanitario compromesso da una grave crisi economica.

Di contro, un diffuso numero di morti abbandonati a morire a casa dallo Stato produce una forte ribellione sociale ed una grave instabilità democratica che nel paese può portare governi estremi. 

Quale delle due scelte dunque farebbe più morti e povertà?

Solo i numeri finali sveleranno l'arcano ai due prigionieri. E mancando, nella grande maggioranza dei casi,  numeri relativi al secondo scenario, il confronto più rivelatore sarà quello tra paesi che più hanno ospedalizzato i malati Covid e quelli che lo hanno fatto, o potuto, o voluto, di meno.

Un'aggravante di contesto: alla soluzione di uno dei giochi più complessi della storia italiana è chiamato il governo Conte bis. Nel paese più influente al mondo: Trump.

Pizza e fichi.