L’arresto di Sonia Dahmani è un ulteriore colpo alla libertà di espressione in Tunisia
L’arresto di Sonia Dahmani: Un colpo alla libertà di espressione
Sonia Dahmani, nota avvocatessa tunisina, è stata arrestata sabato sera, suscitando ulteriori preoccupazioni per la crescente repressione della libertà di espressione in Tunisia.
Durante una trasmissione televisiva, Dahmani aveva detto, con ironia, "di quale paese straordinario stiamo parlando?", in risposta ad un editorialista che aveva affermato che migranti provenienti da diversi paesi dell'Africa sub-sahariana, cercavano di stabilirsi in Tunisia.
A seguito di ciò Dahmani aveva ricevuto una convocazione per presentarsi venerdì davanti al giudice istruttore presso il tribunale di Tunisi, senza però che le venisse specificato il motivo di tale convocazione, secondo quanto riferito dal suo avvocato Dalila Msaddek.
"Mi rifiuto di comparire in tribunale senza conoscere le ragioni di questa convocazione", aveva spiegato alla stampa Dahmani.
Per il rifiuto di comparire il giudice aveva emesso un mandato di arresto, respingendo la richiesta dei suoi avvocati di rinviare l'udienza.
L'arresto di Dahmani, secondo quanto riportano i media locali, è motivato da un'indagine per "uso di reti di comunicazione per diffondere informazioni false con l'obiettivo di mettere in pericolo la pubblica sicurezza" e per "incitamento all'odio".
"Sabato 11 maggio agenti di sicurezza in abiti civili e armati hanno fatto irruzione nella residenza di Al-Siyadi in via Ibn Khaldoun e arrestato l'avvocatessa e giornalista Sonia Al-Dhamani", che si trovava lì da giovedì 9 maggio, in seguito a un suo intervento radiofonico.
L'irruzione è stata accompagnata dall'aggressione a numerosi avvocati, giornalisti e attivisti presenti sul posto", scrive l'Ltdh (Lega tunisina per i diritti dell'uomo).
Un decreto del settembre 2022, voluto dal presidente Kais Saied, punisce con la reclusione fino a 5 anni chiunqueutilizzi reti di informazione e comunicazione per "scrivere, produrre, trasmettere diffondere notizie false con lo scopo di violare i diritti altrui o di nuocere alla sicurezza pubblica".
Kais Saied è colui con cui la premier Meloni ha dichiarato di avere un "buon feeling" ed uno dei maggiori referenti in Africa per il cosiddetto piano Mattei.