"La Leopolda, un Bilderberg in piccolo". Così Diego Fusaro ha recentemente intestato il Suo articolo su "il Fatto Quotidiano". Un titolo giornalistico, più che indovinato, che dà un'immagine esplicativa del partito di cui il ragazzotto di Rosignano è segretario.
Nel Gruppo Bilderberg partecipano personalità nel campo economico, politico e bancario ed essendo il Partito Democratico un partito appartenente "all'aristocrazia finanziaria globalista", la comparazione, tra i "due comitati d'affari" calza perfettamente.
E' da tempo ormai che il giovane filosofo torinese ci ha abituato, con un linguaggio asciutto, poco usuale per i non addetti ai lavori , ma ricco di contenuti, a farci conoscere il suo pensiero attraverso la sua attività fatta di libri, di post e di video sul web, di partecipazioni in TV nei programmi di approfondimento politico.
L'analisi politica socio-economica che emerge dal pensiero di Fusaro ci fa capire quello che sta avvenendo nella società italiana di oggi e quello che sono le nefaste prerogative del processo di globalizzazione in atto. Le argomentazioni del professore sono sempre logiche e puntuali.
Basta leggere i suoi post sulla bacheca Facebook. "La crisi è un metodo di governo neoliberista per aggirare democrazie e parlamenti" e approfondendo: "Questa crisi credo sia stata prodotta, pensata e creata come metodo di governo, in modo da imporre senza alcuna discussione democratica e sempre in nome dell'urgenza della situazione, politiche neoliberiste selvagge: riduzione dei salari, taglio della spesa pubblica, abbassamento dei costi del lavoro. Vi ricordate quando nel 2011 Mario Monti, allora premier, disse testualmente: "bisogna creare crisi e sempre gravi per fare passi avanti". Ebbene questo passo avanti ce lo hanno fatto fare. Ci hanno condotto in un mondo governato da oligarchi e alimentato da nuovi schiavi."
Diego Fusaro rappresenta una voce fuori da coro, fuori dall'omologazione del mondo intellettuale italiano. Con la debita distanza, il giovane filosofo mi ricorda la grande scrittrice toscana, autrice di tanti libri di successo, scomparsa nel 2006. Si chiamava Oriana Fallaci. Oriana Fallaci amava e desiderava definirsi scrittrice ma è stata anche una grande giornalista. Anarchica, passionale, contro ogni tipo di dittatura, partigiana, Oriana Fallaci non risparmiava dalle sue critiche nessun potente di turno. Sapeva analizzare e denunciare i pericoli e i mali (che sono gli stessi di oggi) che incombevono sulla nostra società. E li gridava al mondo con coraggio. Purtroppo, con la Sua scomparsa è venuta a mancare una voce autorevole che era in grado di aprire gli occhi alla gente comune. Se la giornalista fosse ancora in vita in questi giorni potrebbe dare un contributo significativo per ergere i muri contro il disfacimento della democrazia e della società che stiamo vivendo in questi anni.
Oriana Fallaci era una voce contro come lo è oggi Diego Fusaro.
Nonostante che i due intellettuali appartengano a differenti periodi storici e provengano da differenti percorsi culturali, sia la fiorentina che il torinese possono essere accomunati per le loro posizioni molto radicali. Ambedue non collocabili politicamente e con un atteggiamento contrario al politically correct. Ma soprattutto, ambedue in guerra contro ogni ingiustizia.
Chiaramente Diego Fusaro è ancora agli albori della sua vita professionale. Dovrà dimostrare la propria capacità nel mantenere la barra dritta anche quando il suo personaggio rischierà di essere manipolato ad uso di certe lobby. Soprattutto quando i soliti noti lo attaccheranno perché sarà diventato un personaggio scomodo. Scomodo come era la Oriana.