Trump licenzia Sessions e litiga con i giornalisti, eppure era soddisfatto del risultato delle elezioni del 6 novembre
Dai piccoli fatti, quelli che spesso non vengono citati e su cui i media, se non direttamente interessati, sono soliti sorvolare, si capisce sempre meglio la realtà che stiamo vivendo.
Un piccolo fatto è quello che ha visto protagonista, mercoledì alla Casa Bianca, il corrispondente della Cnn, Jim Acosta, durante la conferenza stampa di Donald Trump a commento del risultato elettorale del 6 novembre.
A Trump non era piaciuta la domanda iniziale di Acosta sulla carovana di migranti che si sta dirigendo verso il confine meridionale degli Stati Uniti e per questo aveva iniziato a litigare con il giornalista della Cnn. Quando Acosta ha cercato di porgli un'altra domanda, Trump ha detto: "Basta così!" A quel punto, un'addetta della Casa Bianca ha ripreso il microfono, togliendolo dalle mani di Acosta.
L'addetta stampa della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, successivamente ha rilasciato una dichiarazione in cui ha accusato Acosta di "aver messo le mani addosso ad una giovane donna che stava solo cercando di fare il proprio lavoro come stagista della Casa Bianca" definendo il suo comportamento "assolutamente inaccettabile".
Naturalmente, nulla di quello che la Sanders ha riportato è realmente accaduto, come chiunque ha potuto vedere.
In compenso, Trump ha continuato a litigare con Acosta, invitandolo a sedersi e accusandolo di non fare correttamente il proprio lavoro. Dopo aver risposto ad una domanda sui migranti, per Trump era risultato impossibile farlo anche sul Russiagate.
La querelle con il giornalista è proseguita, con accuse alla Cnn di diffondere notizie false, ecc.
La CNN ha fatto poi sapere che la Casa Bianca aveva revocato l'accredito stampa di Acosta come "rappresaglia per le sue domande", definendo "una grave menzogna" le accuse della Sanders, che si era lamentata di un fatto mai accaduto. "Questa decisione senza precedenti - ha dichiarato la Cnn in una nota - è una minaccia per la nostra democrazia ed il Paese merita di meglio. Jim Acosta ha il nostro pieno appoggio."
Mercoledì, Donald Trump ha anche rimosso dall'incarico il proprio ministro della Giustizia Jeff Sessions, ed ha promesso reazioni non meglio precisate nel caso in cui i democratici avessero intenzione di utilizzare la maggioranza conquistata alla Camera dei Rappresentanti per avviare indagini sulla sua amministrazione e sulle sue finanze.
Sessions, ex-senatore originario dell'Alabama, è stato un fedele e sincero sostenitore di Trump, ma ha attirato su di sé l'ira del presidente Usa per non aver impedito l'inchiesta sulla possibile ingerenza russa nella campagna delle presidenziali del 2016.
Donald Trump è il paladino dei sovranisti populisti presenti in Europa e i principali rappresentanti del Governo italiano si sentono gratificati dalle sue dichiarazioni di sostegno, portandole ad esempio della bontà della loro azione di governo.
A questo punto, se un personaggio come Trump è considerato un punto riferimento per il Governo italiano, anche noi abbiamo il diritto di chiederci se il Paese non si meriti qualcosa di meglio.