E dal sottosuolo emergono, ancora una volta, gioielli archeologici, questa volta sotto forma di tombe longobarde. 

Ancora una volta Benevento restituisce un piccolo pezzo della sua storia. Una testimonianza della vivacità e dalla grande cultura che hanno caratterizzato il capoluogo sannita nel corso dei secoli.

La  città,infatti, vanta  un cospicuo patrimonio storico-artistico e archeologico, frutto delle varie dominazioni ed affiliazioni susseguitesi nel corso della sua storia. 

E'di questa settimana la notizia del  ritrovamento di strutture riferibili all’età romana e due sepolture databili all’età longobarda, prive di corredo e materiali   nei pressi di Ponte Leproso, esattamente in via Antico Sannio e, come spesso accade, in concomitanza con uno scavo per la manutenzione dei sottoservizi. 

Le tombe sono emerse nell’ambito dei lavori richiesti dall’EAV per la realizzazione della linea fognaria nell’area compresa tra il Ponte Leproso e la stazione ferroviaria “Appia”.

 Gli operai nel corso degli scavi hanno riportato alla luce gli antichi resti e sul posto sono intervenuti gli archeologi della soprintendenza che hanno ritenuto di subordinare ogni attività di scavo alla verifica preliminare e preventiva, con l’obiettivo di tutelare eventuali beni archeologici presenti nella zona.

Come è noto, infatti, l’area in questione  rappresenta uno snodo cruciale della città antica e post-antica, essendo attraversata nell’antichità dalla via Appia e trovandosi a breve distanza da Ponte Leproso e dall’Anfiteatro Romano. 

Secondo la leggenda, Benevento venne fondata intorno al 1200 a.c. dall’eroe greco Diomede dopo aver ucciso un grosso cinghiale che infestava le campagne circostanti. Per tale motivo, il cinghiale sarebbe diventato il simbolo della città. 

Le ricerche archeologiche, invece, non hanno restituito nessun tipo di elemento riconducibile al II millennio a.c., anzi, gli scavi condotti nella zona Cellarulo, nei pressi della confluenza tra i due fiumi beneventani, zona da tutti indicata come zona di primo insediamento, hanno restituito oggetti riconducibili solo ed esclusivamente alla civiltà sannitica. 

Non è infatti da escludere che il Cinghiale fosse in realtà l’animale totemico seguito dai Sanniti durante il loro Ver Sacrum di fondazione di Malies – Maloenton. 

Come molti sanno, infatti, il Cinghiale è l’animale sacro ai Caudini, una delle 4 tribù federate degli antichi Sanniti.

Ad ogni modo, al termine delle guerre sannitiche, Benevento, nel 290 a.C., diventa una colonia romana.  Sarà proprio qui che i romani riusciranno a sconfiggere Pirro nel 275 a.C e il felice evento spingerà i romani a cambiare nome alla città, che da Maleventum diventa appunto Beneventum.

 Il processo di romanizzazione della città avrà un’accelerazione nel corso della seconda guerra punica, quando Benevento si dimostrerà fedele a Roma inviando migliaia di volontari a contrastare l’avanzata di Annibale (214 a.C.), e raggiungerà l’apice nell’86 a.C. quando la città diventa Municipio Romano (S.P.Q.B.). 

Cominciò per Benevento il periodo più florido della sua storia;la città fu sede di scambi commerciali e fermenti culturali per via del suo posizionamento sulla Via Appia;numerose opere pubbliche hanno fatto di Benevento una vera e propria meta turistica;la popolazione crebbe e prosperò.

Le indagini nell’area  proseguiranno sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento al fine di poter precisare l’estensione dei rinvenimenti, definirne le cronologie e consentire così l’individuazione  di soluzioni progettuali per la realizzazione delle opere progetto.

L’area è un enorme museo sotterraneo, la porta di ingresso alla città antica, su quei ciottolati passò anche Orazio, il poeta della Satire. 

Le viscere di Benevento restituiscono vestigia longobarde,  tra il sesto e il nono secolo, testimonianze che impongono il dovere della cura di quanto il tempo ha gelosamente custodito per secoli.

Insomma un “nuovo mondo” sotto la terra beneventana ci aspetta..

Vorrei concludere ricordando che dal giugno del 2011 la chiesa di Santa Sofia, edificata nel 760 dal duca longobardo Arechi II, è entrata a far parte del patrimonio dell'umanità UNESCO all'interno del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere.

E che  simbolo della città è l'arco di Traiano che risulta essere uno degli archi trionfali romani con rilievi meglio conservati.