"Se il tavolo raggiunge risultati su ambiente e lavoro la gara non può essere revocata per legge."

Con questa frase, da Radio Radicale, Di Maio aveva dato un senso all'incontro di oggi al Mise, organizzato dopo l'annuncio di uno sciopero proclamato per l'11 settembre da parte dei sindacati.

Una presa di posizione alquanto sorprendente, visto che nell'ultima conferenza stampa convocata ad agosto dopo che l'Avvocatura dello Stato aveva risposto alle richieste del ministro, lo stesso Di Maio aveva dichiarato che la validità della gara per l'assegnazione dell'Ilva sarebbe stata decisa dopo il successivo parere che questa volta il ministero dell'Ambiente avrebbe dato, letto ciò che l'Avvocatura aveva scritto.

Un vero e proprio intreccio che da oggi, senza sapere il perché, non pareva invece più sussistere.

Per tale motivo, la Cgil nel pomeriggio aveva parlato di possibile trattativa no stop, pur dichiarando come precondizione per far partire il tavolo quella di "zero esuberi"


Anche se la trattativa, al momento, non è ancora conclusa, alcune fonti sindacali hanno reso note delle anticipazioni che prevederebbero un punto d'incontro tra ArcelorMittal e parti sociali nell'assunzione immediata di 10.500-10.700 lavoratori rispetto agli attuali 13.500.

Altri 2.500 lavoratori, in base al precedente accordo negoziato con il governo di centrosinistra, resterebbero nella "vecchia" Ilva almeno fino al 2023, per procedere alle opere di bonifica ambientale a Taranto. Nel caso costoro non avessero trovato una sistemazione diversa dopo quella data, ArcelorMittal si impegnerebbe a formulare loro una "proposta" di assunzione.

Inoltre, da parte del Governo, sarebbe confermato uno stanziamento da 250 milioni di euro per incentivare l'uscita dall'azienda. Il provvedimento riguarderebbe alcune centinaia di lavoratori.

L'attuale ipotesi di accordo, però, non sembra incontrare il gradimento di alcune associazioni di cittadini di Taranto che contestano al Movimento 5 Stelle di non aver tenuto fede a quanto promesso in campagna elettorale, in relazione alla chiusura delle fonti inquinanti presenti nella città. Per tale motivo, hanno proclamato una manifestazione per tutta la giornata di giovedì.

Di seguito l'ironico commento dell'ex ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda...