L'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, non è parte e non è coinvolta nell'accordo Italia-Albania, reso noto lunedì. L'UNHCR non è stato informato o consultato sui contenuti dell'accordo e sui suoi dettagli. Stiamo attualmente cercando di ottenere ulteriori informazioni dalle autorità competenti.La posizione dell'UNHCR, da sempre, stabilisce che i rimpatri o i trasferimenti verso Paesi terzi sicuri possono essere considerati appropriati solo se vengono rispettati determinati standard, in particolare se tali Paesi rispettano pienamente i diritti derivanti dalla Convenzione sui rifugiati e gli obblighi in materia di diritti umani, e se l'accordo contribuisce a condividere equamente la responsabilità per i rifugiati tra le nazioni, anziché trasferirla.Secondo il diritto internazionale sui rifugiati, la responsabilità primaria di valutare le richieste di asilo e di concedere la protezione internazionale spetta allo Stato in cui il richiedente asilo arriva, alle frontiere terrestri o marine, e chiede tale protezione. Questo obbligo rimane inalterato anche in seguito al trasferimento dei richiedenti asilo o alla valutazione delle domande di protezione al di fuori del territorio nazionale. Anche se tra gli Stati possono essere stipulati accordi legali di trasferimento basati sulla cooperazione in materia di asilo, tali misure devono garantire e rafforzare la protezione dei rifugiati.L'UNHCR ha ripetutamente chiesto un intervento per affrontare la situazione disperata nel Mediterraneo e per garantire la solidarietà, in particolare con gli Stati interessati o coinvolti. L'UNHCR riconosce le sfide poste dall'aumento dei flussi migratori misti ed è pronto a lavorare con gli Stati su misure legittime che rispondano più efficacemente al flusso di arrivi, sulla base della condivisione delle responsabilità e in conformità con gli standard internazionali, nello spirito della cooperazione internazionale con adeguate salvaguardie e garanzie per assicurare il rispetto dei diritti.L'UNHCR sta cercando di discutere ulteriormente i dettagli con i governi italiano e albanese per comprendere meglio le implicazioni per i rifugiati e le altre persone che hanno bisogno di protezione internazionale.  

Così l'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha commentato l'accordo sulla detenzione in Albania di rifugiati e migranti, ritenuto manifestamente "illegale e impraticabile" da Amnesty International

Commentando l'annuncio del 6 novembre circa l'accordo firmato dai primi ministri di Italia e Albania, relativo alla costruzione di due centri dove detenere persone soccorse in mare da navi italiane, comprese persone in cerca di salvezza, Elisa de Pieri, ricercatrice di Amnesty International sull'Europa, ha dichiarato:"Le persone soccorse in mare dalle autorità italiane, comprese quelle in cerca di riparo in Europa, sono sotto la giurisdizione italiana e non possono essere trasferite in un altro stato prima che la loro richiesta d'asilo e le situazioni individuali siano esaminate. È molto semplice. Questo è un accordo sul respingimento, una prassi vietata dalle norme europee e internazionali e per la quale l'Italia è stata già condannata dalla Corte europea dei diritti umani.Questo accordo è illegale, impraticabile e va annullato.L'Italia sostiene che le persone detenute in Albania resterebbero sotto la giurisdizione italiana, ma la realtà è che l'accordo verrebbe usato per aggirare le norme italiane, europee e internazionali con possibili conseguenze devastanti per le persone in cerca d'asilo, che potrebbero essere sottoposte a detenzione automatica e prolungata e altre violazioni dei diritti umani, al di fuori del controllo delle autorità giudiziarie italiane. La Commissione europea ha già detto chiaramente che le norme europee sull'asilo non possono essere applicate fuori dall'Unione europea”.Sebbene i dettagli dell'accordo non siano ancora noti, stanno già emergendo una serie di preoccupazioni. Amnesty International chiede al governo italiano di rispettare i suoi obblighi di diritto internazionale in materia di non respingimento e di garanzia dell'asilo e chiede alla Commissione europea di assicurare che gli stati membri non violino l'insieme delle norme in materia di protezione internazionale”.

Ma a rendere ancor più grottesca l'assurdità di tale accordo è l'articolo 9 che prevede che il periodo di permanenza dei migranti in Albania non potrà essere superiore al periodo massimo di trattenimento consentito dalla vigente normativa italiana.

Pertanto, considerando che le espulsioni nell'ultimo anno sono state circa 3.000, i migranti che Meloni vuol mandare nei CPR costruiti in Albania con un notevole aggravio di costi, finiranno poi per essere ritrasferiti in Italia.

Infine, così la CEI, tramite il cardinale Matteo Zuppi, ha commentato l'accordo:

"Sono convinto che l'intesa di per sé sia un'ammissione di non essere in grado di gestire il fenomeno. Ci si chiede perché non venga sistemata meglio l'accoglienza qui. Ciò che sicuramente è importante è avere un sistema di accoglienza che dia sicurezze a tutti, sia a chi accoglie che a chi è accolto".