Brexit: cosa cambierà per imprese e professionisti?
Dalle ore 24 del 29 Marzo 2019, il Regno Unito diventerà, in forza della Brexit, a tutti gli effetti un Paese Terzo per l’Unione Europea; non sarà quindi più parte del territorio doganale e fiscale (IVA e accise) dell'Unione Europea.
Lo scorso gennaio, il Parlamento del Regno Unito ha votato contro il withdrawal agreement tra UK e Unione Europea; come noto, tale accordo avrebbe dovuto regolare l’uscita del Regno Unito dall’UE prevedendo un periodo transitorio e specifiche regole per le numerose problematiche coinvolte.
In attesa di sapere se la scelta del Governo Inglese sarà per l’hard brexit, ovvero un taglio netto con l’UE oppure per un percorso più graduale, possiamo fare alcune riflessioni sulle quali è bene che gli operatori economici e le aziende inizino a mettere l’attenzione.
Molte sono le questioni che Pubbliche Amministrazioni e operatori del mercato internazionale si stanno ponendo.
Alcuni aspetti sono già in via di risoluzione da parte delle Autorità: basti pensare al transito dei passeggeri in volo quella notte che, facendo scalo in una città del Regno Unito, si troverebbero di fatto in territorio extra-UE con i conseguenti obblighi di immigrazione (es. obbligo di passaporto) e l’impossibilità di beneficiare delle esenzioni dei controlli previste per l’Unione europea. Naturalmente gli Stati sono all'opera per evitare disagi, lavorando ad una regolamentazione, anche transitoria.
Diverso è il discorso per le aziende interessate da rapporti contrattuali e, ancor di più, di import/export con l’Inghilterra. Quest’ultima è al 5⁰ posto come acquirente di prodotti italiani ma sale al 3⁰ posto se si esamina solo la fetta di mercato dei prodotti alimentari; proprio in quest’ambito si porranno le maggiori questioni.
Infatti, i Regolamenti Europei oggi vigenti e rispettati da tutti gli Stati compreso il Regno Unito relativi a certificazioni e sicurezza alimentare non vincoleranno più l’Inghilterra dalla mezzanotte del 29 Marzo.
La circolazione delle merci tra UK e l'UE verrà, dunque, considerata commercio con un Paese terzo. Di conseguenza, da quella data si dovranno stabilire lo status doganale delle merci che entrano, escono o transitano attraverso il territorio doganale e fiscale dell'Unione e del Regno Unito, e le disposizioni giuridiche applicabili oltre al trattamento adeguato in relazione all'IVA e alle accise.
Sarà quindi necessario predisporre e produrre, in sede doganale, un numero più elevato di documenti e certificati a cui oggi gli operatori italiani non sono abituati proprio per le minori formalità in UE e che invece saranno dovuti. Al di là del settore alimentare, tutte le aziende interessate dall’import/ export saranno tenute ai maggiori adempimenti verso questo Stato che diventerà Paese Terzo.
Anche se l’Agenzia delle dogane italiana sta iniziando a fornire anche online indicazioni, sarà opportuno rivolgersi a professionisti specializzati in commercio e contrattualistica internazionale.
È inoltre degno di nota il fatto che, a partire dal 30 Marzo 2019 decadranno automaticamente le autorizzazioni doganali che conferiscono lo status di Operatore Economico Autorizzato (AEO) rilasciate dalle Autorità doganali del Regno Unito; siamo in attesa di conoscere quali saranno le procedure che UK adotterà per continuare le attività commerciali.
Punto già sollevato dai professionisti del settore sarà la questione delle polizze assicurative e bancarie rilasciate da banche inglesi che, come noto, sono i maggiori operatori che prestano garanzie bancarie e assicurative nell’ambito del commercio internazionale.
Come ultima nota, mettiamo l’attenzione sul fatto che sicuramente per le aziende che importano prodotti da UK non sarà più applicabile il regime agevolato IVA del reverse charge quindi occorrerà trovare soluzioni con i professionisti del campo per contenere l’impatto economico sulle aziende.