"Ieri notte siamo rimasti fino a tardi a Palazzo Chigi per trovare gli accordi su alcune delle misure che entreranno nella manovra e alla fine abbiamo raggiunto un ottimo risultato di cui sono molto soddisfatto. Dentro la manovra ci sono tanti piccoli grandi passi che rimettono l'Italia in carreggiata.

- C'è il taglio alle pensioni d'oro per ristabilire giustizia sociale.
- C'è finalmente il pagamento dei debiti da parte della Pubblica Amministrazione verso le aziende creditrici. Dopo le tante chiacchiere di questi anni gli imprenditori vedranno finalmente miliardi di euro che spettano loro e non rischieranno più di chiudere le loro attività.
- C'è il primo serio taglio del costo del lavoro, perché riduciamo le tariffe Inail. Alle imprese i lavoratori costeranno meno e, quindi, ne saranno assunti di più.
- Abbiamo confermato l'ecosconto fino a 6.000 euro per le macchine elettriche e non inquinanti senza tassare nessuna delle auto in circolazione né l'acquisto di nuove utilitarie. Solo chi deciderà di acquistare un suv diesel o a benzina o una "super car" extralusso pagherà qualcosa in più.

- Ovviamente è confermato che l'Iva non aumenterà,
- che le pensioni minime aumenteranno,
- che ci sarà il Reddito di Cittadinanza e anche
- il superamento della Fornero con quota 100.

Tutto questo nel 2019 sarà realtà e queste misure saranno l'inizio del cambiamento!"

In pratica, secondo Luigi Di Maio, a cui appartengono le parole sopra riportate, ieri il Governo si è riunito in tarda serata per ripetere a sé stesso quanto aveva già comunicato agli italiani nei giorni precedenti... sempre dimenticandosi di spiegare in dettaglio, finalmente, in che cosa consistessero, concretamente, i due provvedimenti cardine della manovra: reddito di cittadinanza e quota 100.

In compenso, però, Di Maio dice di confermare l'ecosconto, ammettendo finalmente che sarà finanziato da una tassa che, rispetto alla precedente "versione" del provvedimento, interesserà solo l'acquisto di suv o macchine comunque molto costose.

Ma se tutto continua a rimanere identico a quanto annunciato in precedenza, perché allora riunirsi nella notte di domenica, rimandare al Senato i lavori in Commissione che riprenderanno martedì, rendendo così inutile quanto fatto finora e, di conseguenza, anche l'arrivo della manovra in Aula, previsto per domani e posticipato a venerdì prossimo?

Perché ancora questi provvedimenti devono avere il placet da Bruxelles che solo in queste ore riceverà l'ennesimo testo della manovra italiana con le ennesime rassicurazioni del ministro Tria.

Che sia del popolo o meno questa legge di bilancio non è ancora chiaro, ma di sicuro se si definisce fantozziana, c'è poco da sbagliare.