Sono passati molti lustri, anzi mezzo secolo da quando si è delineato il nuovo quadro della struttura dell'universo. In un parallelo con l'esplodere delle tensioni sociali sul pianeta Terra, l'irrompere di nuove tecniche, quelle radioastronomiche, nella ricerca ci hanno consegnato un quadro del buio cosmo veramente oscuro.

Gli ingenui ottimismi dell'epoca positivista ottocentesca della fiducia nella scienza e tecnica risolutrici di ogni problema vengono sfrondati del tutto: il cosmo della quantistica ortodossa., il cosmo delle radiofrequenze stellari, il cosmo del superamento delle teorie relativistiche einsteiniane, il cosmo della materia oscura, di un equilibrio sempre in precarietà a causa delle incognite della gravitazione.

Insomma, un universo non più fascinoso o attrattivamente misterioso, ma strutturato in maniera quasi da teologia lorenziana. Un luogo cioè di incognite, una replica degli equilibri precari della geologia terrestre, della scienza cognitiva di attacco e reazione degli esseri viventi del nostro mondo.

La concezione di universo violento radioastronomico in cui la fa da padrone la nuova fisica dei buchi neri. Spazio tempo distorto, super black holes al centro di galassie, il sospetto che l'intero big bang, big crunch sia in diretta correlazione, addirittura originato da questi mostri dell'anticosmo.

E in tutto questo, un terribile e crudele equilibrio, come in ogni modello descrittivo matematico che si rispetti. La scoperta, descritta in questo articolo, della relazione tra buchi neri, orizzonte degli eventi(la porta dell'anticreazione, dell'antilogica Cartesiana), e la formazione primaria di galassie e nebulose testimonia di una nuova complessità, una struttura ancora più violenta e turbolenta di un cosmo perciò sempre più oscuro. Anche nel positivo del fenomeno  della creazione di oggetti stellari e galattici.